E’ soprannominato «l’uomo invisibile» perché non ha mai rilasciato un’intervista e di lui si hanno solo due foto pubbliche: una di quando era studente e una di quando è tornato in Cina. Zhu Changhong responsabile degli investimenti per la State Administration of Foreign Exchange, l’agenzia che gestisce 3,8 mila miliardi di dollari di riserve in valuta estera della Cina, si è dimesso.
Nei giorni scorsi la notizia è trapelata tra i no comment degli uomini della Safe; ieri invece qualcuno ha parlato, sostenendo che le dimissioni arriveranno alla fine del mese e saranno concordate. Non solo, perché dagli ambienti finanziari cinesi, la scorsa settimana era arrivata la notizia del ritiro a 60 anni di Gao Xiqing, presidente del Cic, il fondo sovrano cinese. Si tratta di due scossoni clamorosi nel mondo finanziario nazionale, di personaggi poco conosciuti in occidente, ma che gestiscono fette importanti di potere economico del gigante asiatico.

E’ decisamente presto per dire cosa potrà succedere, ma alcune indicazioni rispetto a precedenti decisioni e potenziali successori, permettono alcune prime analisi.
Partendo da Zhu Changochong, 44 anni, laureato in fisica presso l’Università di Chicago, era stato prescelto dalla classe politica cinese dopo la sua esperienza alla Bank of America prima di entrare alla Pimco (il più grande fondo obbligazionario cinese) nel 1999. Il suo ruolo all’interno della Safe è stato rilevante: come ha scritto il Financial Times, sotto la sua guida «l’agenzia si è allontanata dal dollaro statunitense verso una più ampia gamma di valute, allontanandosi dai titoli di Stato degli Stati uniti, che dominavano il proprio portafoglio, investendo di più nel debito societario, nel private equity e anche nel settore immobiliare».
In questo modo la porzione di asset in dollari delle riserve della Cina, secondo un’analisi dei dati effettuata dal Dipartimento del tesoro Usa «è scesa al 49 per cento a partire dalla fine di giugno 2012 dal 69 per cento di tre anni prima, precedentemente al suo arrivo». Secondo gli analisti locali Zhu avrebbe anche previsto l’impennata del mercato azionario in Giappone, lo scorso anno, e la sua opera avrebbe finito per porre in secondo piano le attività del fondo sovrano China Investment Corp.
Sul rapporto tra le due agenzie si devono essere giocati scontri infuocati, perché stando alle riviste economiche cinesi, la banca centrale di Pechino, avrebbe sempre preferito l’agenzia Safe, perché non sotto il diretto controllo del governo. In parole povere significa che piano piano il grosso delle riserve era finito nella mani di Zhu, che per questo si è sempre mosso in modo molto determinato. Sul fronte del Cic, invece, la posizione di Gao Xiqing, sarà presa da Li Keping. 57 anni è entrato nel Cic nel 2011, dopo essere stato vice presidente del fondo pensioni più importante della Cina, il National Council for the Social Security Fund. Sconosciuto all’estero, era incaricato degli investimenti stranieri del fondo di sicurezza sociale.
E’ soprannominato «l’uomo invisibile» perché non ha mai rilasciato un’intervista e di lui si hanno solo due foto pubbliche: una di quando era studente e una di quando è tornato in Cina. Zhu Changhong responsabile degli investimenti per la State Administration of Foreign Exchange, l’agenzia che gestisce 3,8 mila miliardi di dollari di riserve in valuta estera della Cina, si è dimesso.