Il continente l’anno prossimo tornerà a crescere – assicurano gli analisti – trainato dai due pesi massimi Nigeria e Sudafrica e dal boom di alcuni settori. Tra tutti, colpisce il ruolo determinante della finanza tecnologica, che già oggi vede l’Africa all’avanguardia
«Quello che sta arrivando per l’Africa sarà un buon anno, nel quale l’economia del continente vedrà il ritorno della crescita dopo un 2017 difficile, soprattutto a causa dell’impatto negativo determinato dal perdurare dei bassi prezzi delle materie prime». Lo afferma Ecobank Research, che ha recentemente lanciato la nuova edizione della sua guida annuale Fixed Income, Currency and Commodities, che fornisce analisi sui mercati africani per investitori e imprese.
Il report sostiene che, sebbene non torneranno gli elevati tassi di crescita intorno al 5% della seconda metà della scorsa decade, nel breve termine arriverà la ripresa dell’economia africana. In particolare, sarà guidata dai due pesi massimi della regione: Nigeria e Sudafrica, che rappresentano oltre il 50% del PIL dell’Africa sub-sahariana e sono stati fortemente penalizzati dal calo dei prezzi delle commodity. Ecobank indica, inoltre, che gli altri protagonisti del rilancio economico del continente saranno Etiopia, Costa d’Avorio e Ghana.
Altri due importanti fattori che contribuiranno alla crescita africana nel 2018, sono costituiti dal rafforzamento degli investimenti infrastrutturali nell’Africa occidentale e orientale e dal miglioramento delle condizioni meteorologiche, che risulterà positivo per il comparto agricolo.
La grande opportunità del gas naturale
Un altro dei trend emergenti indicati da Ecobank è quello del settore del gas, che secondo le previsioni del Centro di ricerca del gruppo bancario panafricano, nel 2018 sarà particolarmente ricco di opportunità grazie alla realizzazione di nuovi gasdotti, piattaforme galleggianti di gas naturale liquefatto (Gnl) e l’avvio di importanti progetti nel settore dal Senegal all’Angola.
Il Gnl offre ai governi sub-sahariani una valida opportunità per aumentare la produzione di energia domestica e diversificare le entrate ricavate dal greggio, le cui previsioni di prezzo a lungo termine sono ancora in gran parte negative.
I governi dei Paesi che si affacciano sul Golfo di Guinea e in generale quelli di tutta l’Africa occidentale hanno iniziato a sfruttare questa risorsa, aumentando gli sforzi per garantire l’approvvigionamento di Gnl, comprese l’introduzione di nuove misure normative per sostenere gli investimenti nel settore.
Secondo la ricerca di Ecobank, deregolamentare il mercato del gas risulterà fondamentale per sbloccare ulteriori investimenti per migliorare e potenziare le infrastrutture del settore e consentire il pieno sfruttamento delle riserve di Gnl sub-sahariane che, secondo le stime dell’istituto di credito panafricano, possono arrivare a supportare la produzione di energia con circa 40 GW, per i prossimi duecento anni.
Il ruolo primario del Fintech
Ma quello che colpisce maggiormente leggendo lo studio è il ruolo che avrà nello sviluppo dell’Africa il settore Fintech, ovvero la digitalizzazione dei servizi finanziari, che negli ultimi anni ha registrato una rapida crescita e ha permesso ai consumatori digitalmente più attivi di razionalizzare e migliorare i servizi bancari tradizionali.
Il report sottolinea che il 2018 vedrà le imprese africane sempre più coinvolte nell’innovazione della finanza tecnologica, anche grazie al sostegno della nuova generazione africana di “nativi digitali”.
La ricerca di Ecobank rileva che Sudafrica, Kenya, Ruanda, Nigeria, Ghana e Costa d’Avorio ospiteranno nuovi hub tecnologici, che alimenteranno la prossima ondata di start-up africane e aiuteranno a metterle in contatto con gli investitori.
Inoltre, lo studio sottolinea che gran parte dell’innovazione digitale sub-sahariana è guidata dal boom dei telefoni cellulari, in grado di offrire una gamma di servizi di pagamento, prestito e risparmio alternativi, che contribuiscono a promuovere l’inclusione finanziaria.
Secondo Ecobank, il 57% dei conti correnti on-line del mondo sono attivi in Africa sub-sahariana, un dato che conferma l’eccezionale fase di sviluppo che la finanza tecnologica sta attraversando in Africa, grazie anche alla possibilità di fornire servizi finanziari di qualità e rispondenti alle esigenze del singolo cliente. Senza contare, che le nuove tecnologie finanziarie hanno anche contribuito in modo significativo a ridurre il costo delle transazioni e semplificare la facilità di trasferire il denaro.
L’Africa ha così dimostrato di essere un banco di prova importante per molte tecnologie innovative, ma del resto l’innovazione dell’Africa nel Fintech è partita dieci anni fa in Kenya con M-Pesa, quando ancora in Italia l’utente medio aveva scarsissima familiarità con i pagamenti online da mobile. M-Pesa fu uno dei primi esperimenti di tecnologia applicata alla finanza per un’utenza di massa, diventato la case history per eccellenza quando si parla di pagamenti on-line in Africa.
Non a caso, le start-up di Fintech sono “le più attraenti” per gli investitori di tecnologia che guardano all’Africa, come dimostra un recente rapporto di Disrupt Africa, secondo cui quasi il 20% ha raccolto fondi negli ultimi due anni e nel 2016 si è registrato un aumento dell’84% nel numero di start-up attive nella finanza digitale rispetto all’anno precedente. Ed è altamente probabile che nei prossimi anni, sempre più investitori guarderanno al Fintech africano.
@afrofocus
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