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Dalla crisi idrica alle risorse energetiche: tutti i dossier su cui l’Egitto è impegnato


Gli impegni internazionali hanno protetto il regime di al-Sisi da condanne per i metodi autoritari contro i propri cittadini, ma la natura repressiva del suo Governo dimostra quanto sia debole la sua legittimità popolare

Negli anni Quaranta uno dei più importanti autori del nazionalismo arabo, Sati‘ al-Husri (o Husaari), affermava che “la natura ha dotato l’Egitto di tutte le caratteristiche e i vantaggi che gli consentono di guidare la rinascita del nazionalismo arabo”. L’intellettuale si riferiva soprattutto alla posizione geografica dell’Egitto e allo spazio fisico che il gigante nordafricano occupa all’interno della regione. Doti che, secondo al-Husri, gli avrebbero consentito di guidare l’unità dei Paesi arabi dopo anni di tradimenti occidentali e colonizzazione.

Nonostante i tentativi di unione (si ricordi quella del 1958 tra Egitto, Siria e, in parte, Yemen del Nord) tramontarono dopo alcuni anni, l’Egitto, con l’allora Presidente Gamal Abd al-Nasser, ebbe un ruolo di prim’ordine nel propagandare le idee del nazionalismo arabo (al-qawmiyya al-arabiyya) e del panarabismo (al-wahda al-arabiyya).

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