Il premier italiano Matteo Renzi nel discorso di chiusura del semestre italiano di presidenza dell’Unione europea, ha citato il modello di lotta al terrorismo di Abdel Fattah al-Sisi. Ormai la repressione politica delle opposizioni del presidente egiziano, mascherata da lotta al terrorismo, è entrata nel mito, dopo gli attacchi a Charlie Hebdo.

Renzi ha citato gli incontri di Roma e Cairo con al-Sisi come «punti di svolta» della politica estera nel Mediterraneo. Secondo Renzi, l’autore del colpo di stato del 3 luglio 2013 ha pronunciato un «grande discorso all’Università» di al-Azhar, lo scorso primo gennaio. L’ex generale aveva parlato della necessità di una «rivoluzione religiosa» per sradicare il fanatismo. Eppure fin qui, l’opera di modernizzazione di al-Sisi ha comportato solo una continua repressione delle libertà fondamentali in Egitto, l’attivazione dei jihadisti del Sinai per giustificare l’autoritarismo di regime, la richiesta di più ingenti aiuti militari occidentali.
Mubarak pronto a lasciare l’ospedale militare di Maadi
A chiarire che il vecchio regime sta tornando in pompa magna è l’ultima sentenza di assoluzione che ha incassato l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak. Il rais potrà presto lasciare l’ospedale militare di Maadi. Dopo l’assoluzione dalle accuse di aver ordinato di sparare contro i manifestanti nelle manifestazioni di piazza Tahrir del 2011, è arrivato il proscioglimento anche nel processo che lo vedeva accusato, insieme ai figli, Alaa e Gamal, di peculato. La Corte di Cassazione ha però stabilito l’avvio di un nuovo processo con le stesse imputazioni. Mubarak, 86 anni, costretto alle dimissioni nel 2011 dopo le rivolte di piazza, era stato condannato a tre anni per appropriazione indebita di 10 milioni di euro di fondi pubblici per spese personali, inclusa la costruzione e lavori di restauro di palazzi presidenziali e un mausoleo. I suoi sostenitori hanno accolto la sentenza con grida di giubilo all’interno della Corte. La famiglia Mubarak si è detta tuttavia preoccupata per la sua incolumità nel caso di trasferimento dell’ex rais. Per questo, secondo la stampa locale, lo stesso leader avrebbe preferito rimanere in ospedale.

Da marzo a maggio si vota per le parlamentari
L’ultimo tassello della tabella di marcia di al-Sisi sono ora le elezioni parlamentari che si terranno con una legge elettorale che blocca il pluralismo politico ma apre la strada al ritorno dei Fratelli musulmani tra i candidati indipendenti. Il voto, il settimo dalle rivolte del 2011, si terrà da marzo a maggio 2015 in tre fasi nei vari governatorati egiziani. Già l’attivazione della complessa campagna elettorale aveva forzato non poco il risultato del voto delle parlamentari del 2011-2012 che assegnarono la maggioranza alla Fratellanza musulmana prima che il parlamento venisse sciolto.
Se ormai il ritorno in grande stile dei mubarakiani e del vecchio regime è compiuto, c’è uno spiraglio invece per l’inquietante vicenda che ha coinvolto 26 omosessuali egiziani, arrestati in un bagno pubblico al Cairo. Erano stati ripresi dalle telecamere di una giornalista e i loro volti avevano fatto il giro del mondo. Sono stati ora prosciolti dall’accusa di dissolutezza.Eppure ormai niente potrà fermare il controllo del potere da parte di al-Sisi. Dopo l’attacco ai soldati nel Sinai, costato la vita a 31 soldati, nell’ottobre scorso, è iniziata in questi giorni la seconda fase per la costruzione della zona cuscinetto di mille metri al confine tra Rafah e la Striscia di Gaza. Al momento sono state demolite le abitazioni di due mila famiglie e sono stati sequestrati i beni di chi si è rifiutato di abbandonare le proprie case per dare spazio alle ruspe. Nel Sinai continua lo stato di emergenza e al-Sisi è quanto mai solidale con la lotta al terrorismo del sanguinario premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Con le elezioni parlamentari si apre una nuova pagina nello scontro tra élite politiche e militari in Egitto nel nome del capitalismo clientelare che affligge il paese dopo le liberalizzazioni degli anni Novanta, volute da Mubarak. A questo punto si avvicina un rimescolamento delle carte che segnerà il ritorno di uomini del Partito nazional democratico e dei vertici della giunta militare, forse i nuovi deputati egiziani saranno più giovani, perché le rivolte del 2011 hanno spazzato via un’intera generazione, ma non meno omologati ai meccanismi di gestione del potere autoritari e corrotti degli ultimi quarant’anni.
Il premier italiano Matteo Renzi nel discorso di chiusura del semestre italiano di presidenza dell’Unione europea, ha citato il modello di lotta al terrorismo di Abdel Fattah al-Sisi. Ormai la repressione politica delle opposizioni del presidente egiziano, mascherata da lotta al terrorismo, è entrata nel mito, dopo gli attacchi a Charlie Hebdo.