Dalla capitale del Bangladesh arrivano foto incredibili, tanto che nelle prime ore di martedì 13 settembre in molti ipotizzavano ritocchi perfetti con Photoshop. In coincidenza con Edi al-Adha, tra le feste più importanti per i fedeli musulmani, le strade di Dhaka sono state sommerse da «fiumi di sangue» a causa delle forti piogge monsoniche (siamo agli strascichi di stagione delle piogge, in Bangladesh) che, come assolutamente normale nella città, hanno allagato tutto. Solo che questa volta oltre a polvere, terra, fango e immondizia, l’inondazione portava con sé il sangue e i resti di migliaia di animali sacrificati.
Nonostante Eid al-Adha si festeggi da centinaia di anni in tutte le comunità musulmane del mondo, compresa quella bangladeshi, a memoria di chi scrive mai si era verificata una scena simile. Complice, questa volta, una serie di sfortunate e colpevoli coincidenze, le foto di Dhaka «sommersa di sangue» hanno fatto il giro di tutti i media internazionali per l’evidente coefficiente di «strano ma vero». Le cause dell’evento, messe in fila, rendono però tutto decisamente meno «incredibile».
Eid al-Adha è la festa del sacrificio e celebra la professione di fede di Ibrahim, pronto a sacrificare il proprio figlio Ismaele secondo il volere di Allah, che invece lo stava mettendo alla prova. (Si tratta dello stesso episodio dell’Antico Testamento che secondo tradizione giudaico-cristiana ha come protagonisti Abramo e Isacco). Per celebrare la ricorrenza le famiglie musulmane sacrificano animali (capre, mucche), dividono in parti uguali la carne e la distribuiscono tra i membri della famiglia e i bisognosi.
Secondo Bbc Bengali, quest’anno solo a Dhaka sono stati sacrificati più di centomila capi di bestiame, in una celebrazione collettiva che l’amministrazione della capitale credeva di avere sotto controllo.
Da mesi, riporta Dhaka Tribune, la municipalità di Dhaka aveva individuato 1000 aree predisposte al rituale del sacrificio, dove ogni famiglia avrebbe dovuto recarsi per macellare ordinatamente il bestiame ed evitare che sangue e resti animali potessero aggiungersi alla mole di immondizia costante nelle strade della città. Un piano che, complice il monsone e un deficit di promozione da parte dell’amministrazione locale, pare sia andato completamente a rotoli.
Fin dalle prime ore del mattino le forti piogge hanno trasformato Dhaka in una gigantesca città sommersa, panorama normalissimo durante la stagione dei monsoni. Solo che, questa volta, l’immaginabile disagio per la mobilità degli abitanti di Dhaka si è sovrapposto all’intenzione di celebrare Eid al-Adha come da copione, rendendo impossibile il raggiungimento delle aree selezionate ad hoc per la macellazione del bestiame. Così, secondo la stampa locale, la maggioranza degli abitanti di Dhaka ha deciso di procedere al rituale direttamente nel proprio cortile di casa, nei parcheggi sotterranei, in mezzo alla strada.
Il risultato dell’inefficienza del sistema di scolo di Dhaka aggiunto alle celebrazioni di massa è stato postato in tempo reale su centinaia di migliaia di bacheche Facebook e profili Twitter, arrivando fino alla stampa internazionale.
L’amministrazione di Dhaka ha pacatamente ammesso che il problema delle acque di scolo in città «è cosa vecchia» e che l’azienda preposta al drenaggio delle acque è stata allertata per attivare le pompe. La situazione tornerà presto alla normalità, quindi: che a Dhaka significa strade inondate quando piove, ma senza sangue.
@majunteo
Dalla capitale del Bangladesh arrivano foto incredibili, tanto che nelle prime ore di martedì 13 settembre in molti ipotizzavano ritocchi perfetti con Photoshop. In coincidenza con Edi al-Adha, tra le feste più importanti per i fedeli musulmani, le strade di Dhaka sono state sommerse da «fiumi di sangue» a causa delle forti piogge monsoniche (siamo agli strascichi di stagione delle piogge, in Bangladesh) che, come assolutamente normale nella città, hanno allagato tutto. Solo che questa volta oltre a polvere, terra, fango e immondizia, l’inondazione portava con sé il sangue e i resti di migliaia di animali sacrificati.