Bruxelles attendeva i risultati del voto tedesco, sicura di una maggioranza solida che sarebbe rimasta saldamente europeista. Ora invece aspetta con ansia il nuovo assetto del governo che influirà notevolmente sulle riforme dell’eurozona.
Bruxelles. Il terremoto delle elezioni tedesche tiene l’Europa con il fiato sospeso. Non è solo l’ingresso dell’estrema destra di AfD nel Bundestag a preoccupare Bruxelles. Angela Merkel dovrà capire con chi potrà governare, e l’eventuale coalizione Giamaica (Cdu-Csu, Liberali, Verdi) oggi considerata la più probabile, è un rompicapo. I Verdi sono forse il partito più europeista della politica tedesca, ma i Liberali hanno posizioni rigide sulla gestione dell’Eurozona, sono poco inclini alla flessibilità sulla tenuta dei conti e ostili a ipotesi di maggiore integrazione. E la necessità di recuperare voti a destra potrebbe portare anche Angela Merkel a prendere posizioni più dure in Europa.
Tra i temi caldi in Europa si discute dell’ipotesi di un ministro unico delle finanze per l’eurozona come annunciato nel discorso del Presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker davanti al Parlamento Europeo. Merkel e Macron sarebbero tra i principali promotori della creazione di questo organismo, seppur con due visioni differenti. Mentre la Francia premerebbe sull’istituzione di un Ministro delle Finanza con un proprio budget, la Germania sarebbe più propensa a un ministro senza portafoglio, mero controllore dei conti dei paesi europei. La Germania è mossa in particolare dall’idea di far rispettare le regole negli stati membri, la Francia invece cercherebbe un maggiore sostegno per il bilancio. L’Ue sarebbe già all’opera, secondo fonti interne alle Istituzioni, nel lavoro di questa figura/organismo, che secondo Juncker, anche se non è chiaro ancora con quali poteri, si farà.
Nei corridoi di Bruxelles si ha l’idea che il peggio sia passato, che l’Europa stia meglio, sia in termini economici che politici, con sviluppi positivi anche riguardo al mercato del lavoro. La stabilità economica e politica avrebbero quindi aperto una finestra sull’opportunità di una migliore integrazione all’interno della zona euro per aumentare la convergenza, ridurre le ineguaglianze e sostenere gli investimenti. Questo processo potrebbe essere realizzato attraverso una zona euro con un proprio budget e ministro, potrebbe rientrare nel bilancio Ue già esistente, oppure essere pensato come un fondo a parte. Si parla tra le ipotesi di un Ministro dell’Economia e Finanza che promuoverebbe riforme strutturali negli Stati membri. L’idea sottostante sarebbe quella di aumentare il potenziale democratico dell’Unione Europea.
Per iniziare questo cammino si aspettavano i risultati delle elezioni tedesche anche per capire quale potrà essere il punto di incontro tra le differenti visioni sulle riforme dell’eurozona tra paesi. E negli ultimi tempi si respirava un po’ di sollievo dopo le sconfitte dei populisti in diverse tornate elettorali nazionali. Certo non si guardava con particolare preoccupazione all’esito del partito di estrema destra AfD, perché si era comunque sicuri di una maggioranza solida che sarebbe rimasta saldamente europeista. Ora sarà determinante, anche per la riforma dell’eurozona, capire il nuovo assetto del Governo tedesco. Molto dipenderà dal nuovo ministro delle finanze e della posizione effettiva che prenderà su questi temi, passata la campagna elettorale. “Dopo le elezioni tedesche, l’impatto sarà una maggiore pressione della Germania sulle riforme dell’eurozona, sulle politiche di difesa e sicurezza comuni” affermato ad eastwest.eu Isabell Hoffmann del think tank tedesco Bertelsmann Stiftung.
@IreneGiuntella
Bruxelles attendeva i risultati del voto tedesco, sicura di una maggioranza solida che sarebbe rimasta saldamente europeista. Ora invece aspetta con ansia il nuovo assetto del governo che influirà notevolmente sulle riforme dell’eurozona.