
Rivoluzione digitale e televisione: un’avanzata implacabile e silenziosa.
Mentre il mondo dei media si affliggeva per la fine della celluloide la rivoluzione digitale portava un altro cataclisma. In televisione.
La morte culturale della tv fu decretata a fine anni Sessanta, quando si coniarono definizioni come “il tubo delle tette” o “la scatola dell’idiozia”. A metà anni Ottanta, arrivò la tv via cavo e, 10 anni dopo, le emittenti via cavo Usa – con a capo HBO e Showtime – diedero il via a palinsesti propri, audaci e innovativi perché liberi dalle norme restrittive su contenuti, turpiloquio e nudità imposte alle reti tradizionali.
All’inizio del millennio, la pay tv è esplosa, per qualità e quantità. Stufi di pagare i costi del marketing hollywoodiano, gonfiati a dismisura a scapito dei budget di produzione, registi e sceneggiatori migrarono alla tv via cavo e, in breve, serie come I Soprano, The Wire, Weeds e Dexter conquistarono cultori e consensi in tutto il mondo.
Noti attori del cinema si aggiudicarono i propri show: Glenn Close (Damages), Holly Hunter (Saving Grace) e Dustin Hoffman (Luck). Registi di film d’autore come Gus Van Sant (Boss), Agnieszka Holland (The Wire) e David Fincher, presero a dirigere e sviluppare serie tv. Il pluripremiato sceneggiatore e regista Frank Darabont (Le ali della libertà), creò uno dei maggiori successi della tv via cavo: la serie di AMC The Walking Dead.
Nel 2011, Neil Jordan, Oscar per La moglie del soldato, disse di aver proposto il suo I Borgia a Showtime, perché la tv via cavo era un “ottimo settore per registi come me, a cui piacciono temi che Hollywood trova noiosissimi”. (La serie sui papi non ha certo annoiato i più di 30.000 spettatori che gli hanno assegnato 8 stelle su IMDB.)
Nel 2011 vedevamo già quello che volevamo, quando ci pareva e, per di più, sul nostro Pc. Questo perché il 2007 vide l’avvento di due siti di streaming, pronti a rivoluzionare ancora di più la tv: Hulu e Netflix, già apprezzato servizio di noleggio online di Dvd. Anche Amazon, il gigante di Internet, stava per lanciare la sua piattaforma, Amazon Instant Video. Tutti e tre hanno tariffe mensili minime se comparate ai pacchetti standard della tv via cavo. Come i loro precursori delle pay tv, all’inizio gli streamers offrivano solo contenuti di terze parti ma passarono molto in fretta a una produzione autonoma. Il più ambizioso, Netflix. I suoi utili sono ancora bassi rispetto a quelli di HBO: l’estate scorsa contavano 46,4 milioni di euro contro i 60 milioni di quest’ultima. Però Netflix ha superato la sua antagonista nel gettito prodotto dagli abbonamenti: 97 milioni di euro contro 96,6 nell’agosto 2014, un distacco in crescita, grazie alla qualità dei contenuti.
Nel 2013, Netflix si è guadagnata 31 candidature ai Primetime Emmy Awards, soprattutto per due serie prodotte in quell’anno: il successone Orange is the New Black (OINB) e la serie creata per Kevin Spacey, House of Cards – Gli intrighi del potere, con David Fincher (Gone Girl) alla regia dei primi episodi.
L’autrice di OINB, Jenji Kohan, il cui Weed contribuì a resuscitare Showtime, dice di aver proposto l’idea a HBO, Showtime e Netflix. “Il bello di Netflix è che hanno commissionato 13 episodi senza chiedere una puntata pilota. Un vero miracolo. Innovativi ed efficienti. Io amo sfidare i limiti, e poi è divertente perché, secondo me, è il modo in cui la gente utilizzerà i media in futuro.” Oggi la gente usa i media a livello globale e, sebbene i servizi di streaming fatichino ancora a penetrare nei mercati esteri, Ted Sarandos, direttore dei contenuti di Netflix, ammette: “Chiaro che vogliamo fare di Netflix un prodotto globale: è il nostro obiettivo.”
La società – che vanta oltre 50 milioni di abbonati, in costante aumento in tutto il mondo –ha investito 75 milioni di euro in una produzione che, per mole, è seconda solo a Gioco di Spade di HBO: Marco Polo, di cui possiede anche tutti i diritti internazionali.
In più, Netflix è stata la prima a consentire il binge watching, la visione consecutiva di più episodi di una serie. Ha fatto uscire in una volta sola l’intera prima stagione di Marco Polo e tutta la seconda di House of Cards, riuscendo così sia a soddisfare l’appetito del pubblico che a ridurre la pirateria.
Con il trionfo transgender di Amazon, Transparent, Golden Globe 2015 per Migliore serie comica, queste efficienti ed esperte piattaforme di streaming online ci dimostrano che la nuova frontiera non è altro che l’antica capacità di raccontare storie, ma in confezione hi tech.
Rivoluzione digitale e televisione: un’avanzata implacabile e silenziosa.