Come non avrebbe potuto scrivere meglio uno svogliato sceneggiatore, la liberazione dell’ufficiale estone è avvenuta con uno scambio di prigionieri su un ponte al confine tra Russia ed Estonia. A ben vedere, però, lo sceneggiatore non era poi così svogliato.
Infatti, in un B movie di spie che si rispetti, lo scambio sarebbe avvenuto a mezzanotte in punto. Magari con una pioggia scrosciante. Ma la scena sarebbe stata troppo buia. Il nostro sceneggiatore, invece, ha pensato che di giorno le telecamere piazzate sul lato russo del fiume Piusa, che segna il confine con l’Estonia, avrebbero potuto riprendere meglio lo scambio di Eston Kohver con la spia russa Aleksei Dressen.
Molti giornali lo hanno interpretato come un segno di disgelo tra Russia ed Estonia, altri come un gesto di avvicinamento di Putin all’occidente.
La verità, purtroppo, è che non abbiamo assistito a nessuno “scambio di spie” ma solo alla conferma che la Russia di Putin, proprio come l’Unione sovietica, non è un giocatore leale.
Manovra orchestrata?
Qualche altro osservatore ha giustamente fatto notare come il momento scelto per la liberazione di Kohver, due giorni prima del discorso di Putin alle Nazioni unite, lasci pensare a una manovra attentamente orchestrata. Del resto, non si è mai visto uno scambio di spie in diretta tv.
Siccome a pensar male in Russia non solo non si fa peccato ma ci si azzecca pure, si potrebbe risalire ancora più indietro e supporre che tutta la vicenda Kohver sia stata orchestrata sin dall’inizio per arrivare a uno scambio con Dressen.
Eston Kohver è stato prelevato un anno fa dall’Fsb, i servizi segreti russi, in un’operazione militare con l’impiego di granate stordenti e jammer radio. In missione per conto del Kapo, il servizio di sicurezza interna estone, avrebbe dovuto incontrare un informatore in un bosco vicino alla frontiera di Luhamaa per un’indagine sui traffici illegali attraverso il confine russo-estone. È riapparso il giorno dopo sulla tivù russa in manette tra due agenti dell’Fsb incappucciati.
L’arresto di Kohver è stato subito oggetto di indagini da parte delle polizia di frontiera dei due Paesi, ma le versioni non concordano su dove Kohver sia stato arrestato, se al di qua o al di là della frontiera. I russi dicono di averlo preso in territorio della federazione, mentre si preparava a una missione di spionaggio. Per questo è stato processato e condannato lo scorso agosto a un pena di 15 anni. Dopo poche settimane, i contatti con le autorità estoni e lo scambio con Dressen.
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Dressen è una spia
La storia di Dressen è tutta un’altra. Cittadino estone di etnia russa, membro della polizia già dai tempi dell’Urss, poi passato con l’indipendenza del Paese nella nuova polizia estone. È stato arrestato nel 2012 all’aeroporto di Tallin, mentre si stava imbarcando su un volo per Mosca insieme a sua moglie. E a un hard disk pieno di informazioni riservate. Ad arrestarlo sono stati proprio gli uomini del Kapo, i colleghi di Kohver.
Dressen sì che è una spia. Come facciamo a esserne sicuri? Per quale motivo altrimenti Mosca avrebbe mai liberato un poliziotto estone – Kohver, presunta spia colta in flagrante – in cambio di un altro poliziotto estone? Che interesse avrebbe avuto la Russia a prendersi Dressen, cittadino estone imprigionato in Estonia, se non fosse stato davvero un agente dell’Fsb sotto copertura? L’abbraccio sul ponte con il collega russo la dice lunga.
Vogliamo la prova definitiva? L’agenzia stampa russa Interfax ha citato fonti dell’intelligence secondo cui Dressen ha prestato servizio per l’Fsb negli ultimi vent’anni, passando preziose informazioni sulle attività della Cia e dell’Mi6 nei Paesi baltici.
Un’altra fonte dell’Fsb riportata dal quotidiano Kommersant ha detto che lo scambio è perfettamente legittimo, perché previsto dalla legge federale sull’“intelligence esterna”, secondo cui “lo Stato ha l’obbligo di collaborare per il rilascio pieno e incondizionato di personale dell’intelligence esterna della Federazione Russa detenuto, arrestato o condannato al di fuori del territorio della Federazione Russa in relazione alle attività di intelligence”.
Insomma, Dressen è un uomo importante per l’Fsb e Mosca lo rivoleva indietro. Serviva una merce di scambio. La tempistica dell’arresto di Kohver, il suo veloce processo e la liberazione poche settimane dopo la condanna sembrano rispondere a un disegno preciso. E il teatrino sul ponte? Il solito messaggio del Cremlino: se ci pestate i piedi, ce la risolviamo da soli. E vi facciamo pure vedere come.
@daniloeliatweet
Come non avrebbe potuto scrivere meglio uno svogliato sceneggiatore, la liberazione dell’ufficiale estone è avvenuta con uno scambio di prigionieri su un ponte al confine tra Russia ed Estonia. A ben vedere, però, lo sceneggiatore non era poi così svogliato.