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Euristiche cognitive e propaganda: la disinformazione ai tempi di internet


La vittoria del fronte Brexit e di Donald Trump, unita all’aumento delle ansie legate alle attività di propaganda sul web condotte da attori antagonisti alle liberal-democrazie occidentali ha portato al dilagare del concetto post-truth, definito come «relating to or denoting circumstances in which objective facts are less influential in shaping public opinion than appeals to emotion and personal belief».

Spettatori indossano occhiali 3D. REUTERS/Luke MacGregor

La vittoria del fronte Brexit e di Donald Trump, unita all’aumento delle ansie legate alle attività di propaganda sul web condotte da attori antagonisti alle liberal-democrazie occidentali ha portato al dilagare del concetto post-truth, definito come «relating to or denoting circumstances in which objective facts are less influential in shaping public opinion than appeals to emotion and personal belief».

Che si condivida o meno la definizione della Oxford Dictionaries, l’incremento del 2000% dell’utilizzo del termine nel 2016 rispetto agli anni precedenti è indubbiamente sintomatico della condizione nella quale è immerso l’Occidente. L’utilizzo di notizie false con fini di lotta politica, infatti, ha visto un boom durante le campagne per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e per l’elezione del Presidente americano. Ciò che più ha preoccupato analisti e policy-maker, però, è stata la connessione del suddetto fenomeno con attori statuali o quasi-statuali interessati all’ottenimento di un risultato favorevole ai loro interessi. Le istituzioni europee, ad esempio, si sono recentemente attivate per condannare e provare a contrastare le azioni di disinformazione e destabilizzazione provenienti da Daesh e dalla Russia. Inoltre, sono sorte e continuano a sorgere numerose iniziative che si pongono l’obiettivo di combattere la diffusione di notizie totalmente o parzialmente false e della propaganda ostile. Ciò nonostante, il fenomeno rimane molto esteso e preoccupante. Le ragioni principali per la pervasività dello stesso possono essere ricondotte a una diade: (1) la natura di internet, veicolo ideale per fake news e simili – data la sua peculiare struttura orizzontale; (2) l’utilizzo di euristiche cognitive da parte dell’uomo. È su queste ultime che si vuole ora porre l’accento.

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