Gli studenti redigono un compito poco approfondito. Ma non spetta alla politica giudicarlo…
La vicenda della professoressa palermitana merita un approfondimento e una riflessione, specie da chi vive per professione il mondo della scuola e dell’università, e ambisce alla formazione dei millenialls.
Dico subito che non vedo in Italia alcun allarme fascismo. La dittatura è stata una cosa seria e orribile. E nulla può essere confuso con una dramma così reale. Così come nulla dovrebbe essere paragonato all’olocausto e all’orrore indicibile che ha rappresentato. Farlo, non rafforza la causa di chi vuole mettere in guardia dai pericoli attuali che un malinteso senso della storia e della memoria possono generare. Per questo non mi è piaciuto per nulla il video degli studenti al centro di questa vicenda. Lo trovo inesatto e in alcuni tratti insensato.
Fossi stato la professoressa in questione, avrei apprezzato la passione degli studenti e poi avrei messo loro un voto insufficiente per le confusioni storiche e le inesattezze riportate nel video. Non certo per le loro opinioni: se un docente assegna un compito sull’attualità non dovrebbe mai fondare il proprio giudizio sulle opinioni espresse dai ragazzi. Ma semmai sulla coerenza delle argomentazioni a supporto, sulla conoscenza dei fatti storici e sulla logica complessiva del lavoro.
Ma il punto è un altro: punire la professoressa per omesso controllo è un gesto grave perché afferma l’idea di un potere (quello del Governo) che ritiene di potere essere permeante in ogni aspetto della vita pubblica e privata di questo Paese e richiede ad altri poteri, minori come nel caso di una professoressa di scuola verso i propri alunni, di fare lo stesso addirittura invocando un controllo sulle opinioni dei ragazzi. Per questo spero che il Governo sappia fare ammenda dell’“eccesso di zelo” del Ministro e in caso contrario auspico che la professoressa trovi tutela contro questa decisione in ogni sede opportuna.
Ma se forse è una novità in Italia un Governo, come è l’attuale, in permanente campagna elettorale e così incline a sollecitare riflessioni “di pancia” e fortemente divisive, nonché spesse volte espressione di una cultura politica, a mio giudizio, assai discutibile, non lo è di certo un potere politico che interpreta il potere in modo esorbitante rispetto al proprio ruolo. Ecco, su questo esorterei i ragazzi a rimanere vigili sempre. Il potere rimane espressione di una legittimazione democratica se rimane entro i limiti ad esso imposti dal diritto. E la massima espressione di impegno politico e civile è vigilare affinché tali limiti non siano oltrepassati da alcuno.
Tuttavia, mi ripeto, non esiste in Italia alcun allarme serio per la tenuta democratica del Paese. Il Presidente della Repubblica è arbitro vigile e attento del rispetto dei principi costituzionali che Egli ha l’obbligo e l’onore di dovere fare rispettare a coloro che esercitano, pro tempore, il potere legislativo ed esecutivo. Per questo esistono organi di garanzia indipendenti e a loro volta responsabili del proprio operato. Si chiama democrazia. E in democrazia il ruolo delle opposizioni non può e non deve essere quello di gridare “Al lupo! Al lupo!”: perché evocando il lupo ogni momento, questi prima o poi potrebbe arrivare davvero.
Ma come ci insegna la storia, a quel punto nessuno ci crederebbe più.
@ClaudioCorbino
Gli studenti redigono un compito poco approfondito. Ma non spetta alla politica giudicarlo…