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La finanziaria è spericolata, ma non per quel famigerato 2,4%


«Un’alternativa c’è», dichiara Romano Prodi in un’intervista del 5 ottobre. «Le elezioni europee possono segnare un punto di svolta». Prodi pensa a un fronte anti-populista europeo che si estenda da Tsipras a Macron, un’alleanza ampia tra socialisti, liberali, Verdi e macronisti. Un gruppo di alleati esteso, accomunato da una condivisa idea di Europa, e anche rafforzato dallo spostamento a destra in corso nel Ppe. Romano Prodi traccia anche le linee guida di quello che potrebbe essere un programma comune di questo schieramento alternativo: «Una politica economica da affiancare all’euro, la lotta alle disparità, la difesa comune e una linea condivisa su immigrazione, sicurezza, giovani e lavoro».

Sul fronte interno valuta ‘pericolosa’ la manovra finanziaria, non tanto per i numeri (sui quali comunque il governo sembra avere poca padronanza) ma perché appare come una manovra d’emergenza, con effetti a breve termine e utile soprattutto a fini elettorali in vista delle europee di maggio 2019.

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