Il rapimento di James Wright Foley in Siria, avvenuto il 22 novembre 2012 e finito con il tragico epilogo dell’esecuzione il 19 agosto 2014, non è stato il primo e neanche l’ultimo. L’Isis avrebbe in mano, anche se il numero non è confermato, almeno una ventina di ostaggi occidentali.

Oltre a tre americani, uno dei quali, il giornalista Steven Joel Sotloff, è stato mostrato in video (il terzo potrebbe essere Austin Tice, altro freelance scomparso il 13 agosto 2012). Oltre a loro ci sarebbero almeno tre inglesi, un giapponese e un danese. Il cittadino nipponico si chiama Haruna Yukawa. In un video, postato su Youtube, che ritrae il suo interrogatorio, l’uomo afferma di essere un giornalista ma anche un medico. Nel gruppo ci sarebbero anche tre cittadini britannici. Almeno uno di loro potrebbe essere un giornalista, forse lo stesso rapito insieme a Fowley nel 2012 e del quale non sono mai state rese note le generalità.
Mistero fitto invece su chi siano gli altri.

L’Isis potrebbe avere tra le mani anche un ostaggio italiano, il gesuita Padre Paolo dall’Oglio, rapito lo scorso 29 luglio 2013 in Siria e del quale da allora non si è più avuta nessuna notizia.
James Foley non era la prima volta che finiva in situazioni ‘limite’. Era stato catturato il 5 aprile 2011 a Brega, sulla costa libica tra Sirte e Bengasi, durante una controffensiva dell’esercito governativo. Dopo 44 giorni di detenzione le autorità di Tripoli lo scarcerarono insieme ad altri colleghi.
Foley aveva frequentato il Risc Training, un corso di primo pronto soccorso per i giornalisti freelance in zone di guerra. In precedenza era stato, in assignment per la rivista Stars and Stripes, embedded con l’esercito americano in Afghanistan.
Il sito Bellingcat di Helliot Higgins (conosciuto con lo pseudonimo di Brain Moses e noto per la sua meticolosa classificazione degli armamenti utilizzati in Siria), dedicato al giornalismo investigativo e all’utilizzo di fonti OSINT, ha geolocalizzato con un’alta percentuale di probabilità l’esatto sito dove sarebbe stato giustiziato Foley. Secondo Higgins l’esecuzione sarebbe avvenuta su una altura nei dintorni di Raqqa. Il video della decapitazione del giornalista è stato oggetto di una serie di analisi e dibattiti, come quello scaturito sulle pagine del Times. Un omicidio che sarebbe stato eseguito due volte quindi, una prima per esigenze di scena e una seconda reale.
Le due giovani volontarie italiane, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo invece, non sarebbero nelle mani della temibile organizzazione terroristica ma detenute da un gruppo criminale.
Gli ostaggi sarebbero tutti nella zona siriana di Raqqa.
Un business, quello dei rapimenti, che frutta decine e decine di milioni di dollari, come comprovato da una inchiesta del New York Times, secondo la quale dal 2008 a oggi gruppi legati ad Al Qaeda avrebbero incassato la cifra di 125 milioni di dollari.
Rapire europei è come aver già incassato i soldi, visto che, a parte il Regno Unito, tutte le altre cancellerie sono disposte a pagare ingenti riscatti pur di riavere indietro i propri connazionali.
Un affare che oggi vale circa 10 milioni di dollari ad ostaggio.
Il rapimento di James Wright Foley in Siria, avvenuto il 22 novembre 2012 e finito con il tragico epilogo dell’esecuzione il 19 agosto 2014, non è stato il primo e neanche l’ultimo. L’Isis avrebbe in mano, anche se il numero non è confermato, almeno una ventina di ostaggi occidentali.