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Non più “diabolica”, l’estrema destra francese alimenta una Illusion nationale


A Nizza, lo scorso 13 febbraio, Marine Le Pen, la candidata presidenziale del Fronte nazionale, si è recata alla Promenade des Anglais per rendere omaggio alle 86 vittime dell'attentato di luglio 2016. Circondata dalla stampa sotto un cielo grigio ha, come era prevedibile, parlato di "insicurezza al 100%" dovuta alla presenza di "persone nel nostro territorio che non dovrebbero esserci" e a Mentone si è espressa contro Schengen, perché "non si può garantire la sicurezza di un popolo se non si controllano le frontiere".

Poster della campagna elettorale di Marine Le Pen. REUTERS/Stephane Mahe

A Nizza, lo scorso 13 febbraio, Marine Le Pen, la candidata presidenziale del Fronte nazionale, si è recata alla Promenade des Anglais per rendere omaggio alle 86 vittime dell’attentato di luglio 2016. Circondata dalla stampa sotto un cielo grigio ha, come era prevedibile, parlato di “insicurezza al 100%” dovuta alla presenza di “persone nel nostro territorio che non dovrebbero esserci” e a Mentone si è espressa contro Schengen, perché “non si può garantire la sicurezza di un popolo se non si controllano le frontiere”.

Fin qui niente di nuovo sul fronte elettorale, eppure la politica dell’Héxagone sta seguendo con una nuova attenzione la campagna che culminerà il 23 aprile nel primo turno e il 7 maggio nel ballottaggio. Gli equilibri nelle ultime settimane sono cambiati perché a causa di uno scandalo che coinvolge la moglie il candidato conservatore François Fillon è precipitato nei sondaggi. Al tempo stesso, nel centro-centro sinistra ha fatto irruzione l’ex ministro dell’Economia Emmanuel Macron con la sua nuovissima formazione En Marche!. La possibilità di un ballottaggio Le Pen-Macron è ora molto alta, guardando i sondaggi pur con beneficio d’inventario. Secondo il PrésiTrack/OpinionWay del 13 febbraio, al primo turno Le Pen, in risalita, prenderebbe il 26%; Macron, anche lui in crescita, il 22%; Fillon il 21%; Benoît Hamon, il candidato socialista, il 15%; e quello della sinistra più radicale Jean-Luc Melenchon l’11%. Al secondo turno, l’Fn con parte dei conservatori salirebbe al 37%, mentre Macron, beneficiando dalla paura di un governo Le Pen, diventerebbe presidente con il 63%.

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