La Commissione Ue e la Francia danno via libera al Nord Stream 2. E chi se ne importa dell’Ucraina…
Francia e Germania hanno raggiunto un compromesso sulla revisione della direttiva europea sul gas, discussa ieri a Bruxelles dai rappresentanti dei 28 Paesi membri dell’Unione Europea. L’aggiornamento della direttiva riguarda l’estensione delle regole di mercato europee anche ai progetti energetici intrapresi con Paesi esterni all’Unione. La Francia appoggiava la nuova direttiva, mentre la Germania – almeno fino a giovedì – si opponeva.
Il motivo dello scontro tra Berlino e Parigi era il Nord Stream 2, ossia il raddoppio del gasdotto tra Russia e Germania che, attraverso il mar Baltico, permetterà al gas russo di arrivare in territorio tedesco senza passare per l’Ucraina. Secondo il compromesso, le regole europee si applicheranno a partire dalla prima estremità del progetto che si trova nelle acque o nel territorio di uno Stato membro: ossia, per quanto riguarda il Nord Stream 2, il porto tedesco di Greifswald. Sottostare al mercato europeo significherebbe per Mosca aprire il condotto all’eventuale concorrenza e perdere l’esclusività sul gas pompatovi all’interno.
La Germania vuole che il Nord Stream 2 venga portato a termine perché gli garantirebbe un accesso diretto al gas russo, molto economico e dunque vantaggioso in questa fase di transizione dal carbone e dal nucleare, ma anche perché rafforzerebbe il suo ruolo di hub energetico in Europa. Anche la Russia desidera ovviamente il completamento del progetto, che vale quasi 10 miliardi ed è portato avanti da Gazprom: permetterebbe a Mosca di accedere all’economia tedesca – che è la più grande d’Europa e anche quella con la maggiore domanda di gas – liberandosi dell’intermediazione di Kiev.
L’Ucraina, invece, vede nel Nord Stream 2 una perdita, perché la priverebbe delle entrate derivanti dalle tasse di transito del gas russo sul suo territorio. L’Europa – specialmente quella Centrale e Orientale – e gli Stati Uniti considerano il Nord Stream 2 un’arma geopolitica con la quale la Russia rafforzerà la sua presa sul continente europeo, che dipende da Mosca per il suo fabbisogno energetico: il 35% circa della domanda europea di gas viene soddisfatta dalla sola Russia.
@marcodellaguzzo
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