La Commissaria all’Energia Simson apre all’indagine chiesta da Francia, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca e Romania. Putin: “Isteria e caos”
La crescita esorbitante dei prezzi del gas è ancora al centro delle preoccupazioni dell’Europa, con 5 Paesi — Francia, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca e Romania — che chiedono al blocco misure urgenti per contrastare una situazione che, nel lungo periodo, rischia di diventare insostenibile. I Ministri delle Finanze di Parigi, Madrid, Atene, Praga e Bucarest chiedono un’indagine effettiva per capire il perché ci si è ritrovati in questa condizione e maggiore coordinamento per accrescere il potere contrattuale di Bruxelles.
La proposta del quintetto si delinea in altrettanti 5 punti: capire perché gli attuali contratti sono insufficienti per rispondere alla domanda attuale di combustibili; la richiesta per un approccio unitario dell’Ue per affrontare l’attuale crisi; la riforma del mercato dell’elettricità; l’indipendenza energetica e la diversificazione delle fonti; una maggiore previsione dei prezzi per minore volatilità.
La Commissaria all’Energia della Commissione europea, Kadri Simson, ha annunciato la possibilità di ricercare nel mancato impegno alle regole sulla competizione il responsabile dell’aumento dei prezzi, ma che “le nostre indagini iniziali suggeriscono che la Russia — accusata numero uno delle Cancellerie europee — stia rispettando i contratti a lungo termine”. Il problema risulterebbe nell’attuale approvvigionamento: a maggiore richiesta di gas, Mosca non invia sufficiente combustibile.
A riguardo, la Presidente Ursula von der Leyen ha ringraziato la Norvegia per aver aumentato la produzione, sottolineando che questo “non sembra essere il caso della Russia. Dunque alla fine, nel medio e lungo periodo, è sempre più chiaro che dobbiamo investire nell’European Green Deal, nelle rinnovabili. Questa — ha aggiunto von del Leyen — è la nostra produzione, che ci rende indipendenti, per prezzi stabili e giusti nel futuro”.
A fine mese, il summit previsto tra leader europei potrebbe essere il momento adatto per delineare una strategia che ponga l’Ue nella condizione di tutelarsi nel caso, non remoto, che questa situazione si verifichi nuovamente. È evidente che non ci si può affidare a un inverno mite, come alcuni Governi europei auspicano, per non aumentare la richiesta di combustibili. Sarebbe un paradosso del cambiamento climatico che, d’altronde, oltre ad aumentare le temperature genera, in parallelo, cambiamenti meteorologici repentini e assoluti, spesso non prevedibili.
Intanto, nella giornata di ieri, la Commissaria Simson è intervenuta alla sessione plenaria del Parlamento europeo focalizzata sulle “Soluzioni europee all’aumento dei prezzi dell’energia per imprese e consumatori: il ruolo dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili e la necessità di contrastare la povertà energetica”. Simson ha detto che entro la fine dell’anno ci sarà una proposta per la riforma del mercato del gas e l’esame sullo stoccaggio delle risorse e l’approvvigionamento.
“Dobbiamo anche essere consapevoli – ha ricordato la Commissaria – dell’importanza della geopolitica dell’energia e sviluppare un approccio più strategico alla politica energetica esterna. Questo shock dei prezzi è una crisi inaspettata, in un momento critico. Dobbiamo rispondere insieme e rimanere sulla rotta verso un futuro energetico più pulito, più sicuro e più accessibile”.
L’intervento di Putin
Sulle accuse al suo Paese è intervenuto Vladimir Putin: il leader russo bolla come “isteria e caos” quello che sta accadendo. “Guardate quello che sta avvenendo in Europa, isteria e caos nei mercati. Perché? Semplicemente perché nessuno prende la situazione seriamente. Alcuni dicono che è il cambiamento climatico, c’è chi sottovaluta altri aspetti, e ancora c’è chi taglia gli investimenti all’industria estrattiva”.
La decarbonizzazione deve essere, per Putin, una transizione dolce e “noi, come nazione, abbiamo tutte le capacità per evitare tali errori. Stiamo assistendo ai risultato di decisioni non bilanciate, sviluppi non bilanciati e drammatici picchi verso l’alto e verso il basso. Il mercato europeo dell’energia — stigmatizza il Presidente russo — lo dimostra chiaramente”.
La proposta del quintetto si delinea in altrettanti 5 punti: capire perché gli attuali contratti sono insufficienti per rispondere alla domanda attuale di combustibili; la richiesta per un approccio unitario dell’Ue per affrontare l’attuale crisi; la riforma del mercato dell’elettricità; l’indipendenza energetica e la diversificazione delle fonti; una maggiore previsione dei prezzi per minore volatilità.