Dopo quasi vent’anni di indagini oggi una delle polizie federali indiane – il Central Bureau of Investigation (Cbi) – ha fatto scattare le manette per Lalu Prasad, istrionico politico di lungo corso del Bihar ed emblema della politica a trazione locale in India (parlando di spettacoli democratici).

In pillole: il bonario Lalu Prasad Yadav inizia a fare politica negli anni ’70, ai tempi dell’università, andando a rosicchiare consensi al Congress in uno degli stati più poveri dell’Unione, il Bihar, posizionandosi nel Janata Dal, il “partito del popolo”. Noto per la sua verve umoristica e per un linguaggio semplice e diretto (qualità più encomiabilmente tradotte in “un leader carismatico”), l’ascendente di Lalu sulla popolazione multireligiosa del Bihar diventa preziosa merce di scambio nel mercato delle alleanze politiche, costringendo il Congress a tenerselo come buon alleato contro le politiche settarie del Bharatiya Janata Party (Bjp).
L’alchimia funziona per molti anni, consacrando Lalu a leader indiscusso nello stato e garantendogli una tenuta della carica di chief minister per tutti i cinque anni del mandato, primo caso in assoluto in Bihar. Ma negli anni ’90 emerge un megascandalo di fondi dirottati dalla sua amministrazione: dichiarando spese gonfiate per l’approvvigionamento di mangime animale, durante l’amministrazione di Lalu Prasad in Bihar spariscono 9,5 miliardi di dollari. Si era aperto il Fodder Scam.
Contestualizzazione a margine: la sparizione di fondi o rimborsi elargiti dal governo centrale alle amministrazioni locali è uno standard della burocrazia indiana. Un anno fa, ad esempio, un controllo del governo circa la spesa (pubblica) per la realizzazione di gabinetti (pubblici) nei vari stati fece emergere quello che viene ricordato come Toilet Scam: in Uttar Pradesh si accorsero che ai bagni dichiarati realizzati dall’amministrazione locale (17,1 milioni) ne mancavano all’appello quasi 12 milioni. Fondi volatilizzati nel nulla: 426 milioni di euro.
Torniamo a Lalu. Quando il Fodder Scam colpì i vertici dell’amministrazione del Bihar, Prasad denunciò un complotto ordito dall’opposizione per eliminarlo dalla scena politica ma, ligio al senso di responsabilità, presentò le proprie dimissioni indicando il nome del suo successore alla guida dello stato: Rabri Devi, sua moglie, che fino al giorno prima non ricopriva alcuna carica politica.
Nonostante le indagini, Lalu continua la sua ascesa politica, fondando il suo partito personale Rashtriya Janata Dal (Rjd) e ricoprendo la carica di ministero delle Ferrovie al governo centrale, nella coalizione United Progressive Alliance (Upa) guidata dal Congress dal 2004 al 2009.
Pur impegnato al Ministero, Lalu Prasad non si dimentica della politica locale, spendendosi in prima persona per la campagna elettorale del 2005 nello stato del Bihar. Provando a soffiargli il favore della comunità musulmana, il suo principale oppositore dell’epoca – Ram Paswan del Lok Janshakti Party – assoldò un sosia di Osama Bin Laden per partecipare ai comizi elettorali del partito. E qui subentra il genio: Prasad, pochi giorni prima dell’apertura dei seggi, si presenta in conferenza stampa al fianco dello stesso sosia di Bin Laden, chiosando: “L’Osama Bin Laden di Paswan ora è con noi”. (Purtroppo manca l’happy ending, le elezioni il Rjd le perse, ma finì comunque davanti al Ljp).
Oggi, con l’arresto da parte della Cbi, la carriera di Lalu Prasad potrebbe essere arrivata ai titoli di coda. Secondo una recente legge della Corte suprema qualsiasi esponente politico con una pena passata in giudicato superiore ai due anni dovrebbe essere espulso immediatamente dal parlamento e reso ineleggibile per sei anni. È il caso di Prasad, che rischia una pena detentiva tra i 3 e i 7 anni.
In attesa del verdetto definitivo, previsto per il 3 ottobre, questo è uno degli esempi plastici di democrazia in India. Genio e sregolatezza, appunto.
Dopo quasi vent’anni di indagini oggi una delle polizie federali indiane – il Central Bureau of Investigation (Cbi) – ha fatto scattare le manette per Lalu Prasad, istrionico politico di lungo corso del Bihar ed emblema della politica a trazione locale in India (parlando di spettacoli democratici).