Mancano due mesi alla visita del presidente russo Vladimir Putin in Giappone. Per lui e il capo del governo di Tokyo, Shinzo Abe, sarà un’occasione diplomatica importante. Per alcuni giapponesi sarà invece la realizzazione di un sogno: vedere Putin dal vivo.
Sì perché da circa due anni a questa parte il presidente russo è oggetto di un «culto della personalità» anche al di là del Mar del Giappone. L’ultima volta che il leader russo mise piede in Giappone era il lontano 2005. E undici anni sono un intervallo più che sufficiente a far crescere l’attesa e la trepidazione dei fan nipponici.
In questi giorni il Japan Times ha scritto che il calendario di Putin del 2017 è tra gli oggetti di cartoleria del momento. Il «Vlad-lendario», prodotto da un’azienda di San Pietroburgo in otto lingue e autorizzato dal governo federale russo, è una new entry sugli scaffali dei rivenditori giapponesi: l’esclusiva è dei grandi magazzini Loft, uno dei paradisi di chincaglierie, oggettistica, mobilia e abbigliamento più presenti sul territorio giapponese. Oggi, a quanto rivela il quotidiano, sarebbe terzo o quarto tra gli oltre tremila calendari in vendita nei suoi negozi.
La notizia ha fatto ovviamente — e immediatamente — il giro del web. E, scrive il JT, si prevede che le vendite continuino a ritmo sempre più spinto. Vende più di quanto vendano e abbiano venduto i calendari con personalità dello sport e dello spettacolo giapponesi o, tra i leader politici stranieri, con il presidente Usa Barack Obama.
«L’anno scorso il calendario di Putin è diventato un trend-topic sul web», ha spiegato un rappresentante del dipartimento pubbliche relazioni di Loft al magazine online dot.«Così abbiamo pensato che potesse vendere anche qui in Giappone, ma oggi il volume di vendita ha superato ogni nostra aspettativa».
Le ragioni di questo successo sono da ricercare indubbiamente nel fascino del personaggio Putin. Secondo quanto scrive ancora dot., «sul net è amatissimo. Più che le sue posizioni politiche, in molti sono affascinati dal lato sconosciuto e oscuro della Russia di oggi. Il suo è un fascino che unisce il cool allo spaventoso. La sua aspirazione a rifare grande la Russia poi hanno un che di epoca della guerra fredda con cui parte del pubblico giapponese è familiare».
Oltretutto, chiunque abbia selezionato le foto da inserire sul calendario 2017 ha fatto, forse involontariamente, un’opera geniale di localizzazione del prodotto: lo scatto di giugno mostra Putin mentre fa stretching prima di un incontro di judo, mentre quello di aprile mostra il presidente russo spassarsela nella neve con i suoi due cani, Buffy e Yume, esemplare di Akita-inu, una razza autoctona giapponese.
Proprio su Yume occorre soffermarsi per provare a capire il perché della Putin-mania. A luglio 2012, il cane era stato inviato in dono al presidente russo come ringraziamento per gli aiuti russi nell’immediato post-Fukushima da Norihisa Satake, governatore della provincia di Akita, una delle località del Giappone nordorientale interessate dal potente terremoto di marzo 2011. Per ricambiare il gesto, a febbraio 2013 Putin ha inviato a Satake, grande amante dei gatti, un siberiano, Mir, per cui il web nipponico è, manco a dirlo, impazzito. All’immagine di uomo forte, spietato, ex spia del Kgb, diffusa fino a quel momento si è ufficialmente affiancata quella di uomo dal cuore tenero amante degli animali. A inizio 2014, quando avevano iniziato a circolare voci su una imminente visita di Putin in Giappone, su 2Channel, uno dei più popolari forum del Sol levante in molti hanno esultato: «Voglio vedere Putin dal vivo!»; «Putin è il migliore!».
Stessa cosa che per qualche attimo deve aver pensato anche Shinzo Abe, quando a settembre 2015, ha incontrato Putin a New York. La sua eccitazione nel vedere il presidente russo parla da sé.
@Ondariva