Il governo giapponese si prepara a una nuova provocazione da parte della Corea del Nord in vista della festa del Partito dei lavoratori di lunedì. Intanto deve gestire le voci su due funzionari nordcoreani che avrebbero disertato e chiesto asilo politico in Giappone.
A Tokyo gira voce che il regime nordcoreano stia preparando un nuovo test nucleare. Mancano infatti pochi giorni dall’anniversario del Partito dei lavoratori, l’unica forza di governo del paese eremita, presieduta da Kim Jong Un, e alcune immagini satellitari pubblicate di recente dal sito 38 North della School of Advanced Studies dell’università Johns Hopkins mostrano segni di attività intorno al sito di Punggye-ri, dove si svolgono i test nucleari di Pyongyang.
Il sito parla di «attività di misurazione e raccolta dati» sull’esplosione dello scorso 9 settembre, ma il governo giapponese, per bocca del ministro della Difesa Tomomi Inada, ha già annunciato che monitorerà da vicino la situazione con Stati Uniti e Corea del Sud. Con il ritorno al governo di Shinzo Abe, la questione nordcoreana è tornata centrale nella politica estera di Tokyo. Il primo ministro ha esordito in politica sostenendo la necessità di fare luce sulla questione dei rapimenti di cittadini giapponesi tra gli anni 70-80 per mano di agenti segreti del regime. Dopo una prima apertura della Corea del Nord a inizio anni 2000, con il rientro di cinque vittime in Giappone, non ci sono state evoluzioni degne di nota. A luglio 2014, in seguito all’allentamento di alcune sanzioni da parte di Tokyo, Pyongyang ha annunciato l’apertura di un’indagine sulla vicenda. Nemmeno un anno dopo, a marzo 2015, i contatti si sono nuovamente interrotti.
D’altra parte, l’attuale amministrazione giapponese, con Abe al vertice e alla difesa una sua fedelissima come Inada, ha buon gioco a paventare una costante «minaccia nordcoreana» per giustificare agli occhi dell’opinione pubblica l’assunzione di un ruolo di maggior rilievo da parte dell’esercito e procedere alla riforma dell’articolo 9 — che sancisce la rinuncia della guerra — della costituzione postbellica.
Intanto, Tokyo deve affrontare un’altra spinosa questione: la scorsa settimana il giornale sudcoreano Joong Ang Ilbo ha rivelato che due diplomatici nordcoreani di stanza a Pechino avrebbero disertato dopo essersi messi in contatto con l’ambasciata giapponese.
Uno di loro, scrive il Japan Times, «funzionario A», era a capo dell’ufficio diplomatico nordcoreano in Cina e in passato avrebbe diretto l’ufficio del ministero della salute nordcoreano incaricato di fornire medicinali e cercare strutture ospedaliere per Kim Jong Un e famiglia. Inoltre, si dice che «funzionario A» sia uno dei membri della cerchia ristretta e esclusiva del leader del «Regno Eremita». Contemporaneamente, è sparito anche un altro funzionario del governo nordcoreano, «funzionario B», anche lui impiegato all’ufficio di rappresentanza di Pyongyang a Pechino. Entrambi avrebbero fatto perdere le tracce di sé e delle rispettive famiglie a fine settembre. Subito dopo avrebbero contattato l’ambasciata giapponese per ricevere protezione. Pare che «funzionario A» abbia già dei parenti in Giappone, e che «funzionario B» abbia inoltrato una richiesta d’asilo al governo di Tokyo. Sulla questione nessuna parola da parte dell’ambasciata giapponese a Pechino. E anche da Tokyo Yoshihide Suga, primo portavoce del governo, ha negato seccamente: «I resoconti sui contatti tra ambasciata giapponese a Pechino e disertori nordcoreani non sono veri». La notizia è stata però ripresa nelle ultime ore da diverse agenzie di stampa tra cui Afp e Yonhap. Secondo il sito Nk News, i le autorità giapponesi sarebbero restie a diffondere ogni dettaglio sulla vicenda perché sarebbero in corso trattative con il governo cinese. Ma la verità è forse anche un’altra: ammettere di prestare aiuto ad ex funzionari di uno «stato canaglia» potrebbe non piacere ai supporter di destra ed estrema destra del governo Abe.
@Ondariva
Il governo giapponese si prepara a una nuova provocazione da parte della Corea del Nord in vista della festa del Partito dei lavoratori di lunedì. Intanto deve gestire le voci su due funzionari nordcoreani che avrebbero disertato e chiesto asilo politico in Giappone.