Quattro membri anziani della Corte Suprema indiana hanno reso pubbliche le proprie preoccupazioni circa la tenuta democratica della Repubblica indiana, minacciata dalla malagestione della stessa Corte Suprema da parte del Chief Justice Deepak Misra, il capo della massima corte indiana.
Nella mattinata di venerdì 12 gennaio i giudici Kurian Joseph, Jasti Chelameswar, Ranjan Gogoi e Madan Lokur, durante una conferenza stampa a New Delhi, hanno dichiarato che la Corte Suprema è attualmente «non in ordine» e che «se l’istituzione non sarà preservata, la democrazia in questo paese non potrà essere protetta». Secondo i quattro giudici – i più anziani e illustri, appena un gradino sotto il capo della Corte Suprema – il giudice Misra avrebbe assegnato dei pool di giudici ad alcuni casi «di interesse nazionale» secondo un criterio «senza razionalità», ovvero infrangendo la consuetudine di seguire una scala di anzianità ed esperienza nell’assegnazione dei casi sottoposti alla Corte Suprema. Condotta, secondo i quattro, tenuta per influenzare il funzionamento della Corte spostandolo a favore del governo in carica.
I quattro giudici hanno specificato di essere stati costretti a rivolgersi alla stampa poiché il giudice Misra «si è rifiutato di ascoltarli». Nella storia della Corte Suprema in India è la prima volta in assoluto che membri della Corte indicono una conferenza stampa per attaccare il proprio capo: una situazione limite che, secondo i detrattori del governo, dà la misura dell’ingerenza che l’esecutivo guidato dal primo ministro Narendra Modi eserciterebbe nei confronti del potere giudiziario.
Un esempio citato dai tre giudici riguarda il caso del giudice Loya, trovato morto nel 2014 poco prima della data in cui avrebbe dovuto pronunciare la sentenza in un processo che vedeva imputati diversi politici e poliziotti vicini al Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito di Modi, compreso Amit Shah, braccio destro dell’attuale premier indiano e presidente del Bjp.
In seguito ai sospetti di omicidio mascherato da malore diffusi dalla stampa, la Corte Suprema aveva ordinato l’apertura di un’indagine indipendente affidata dal giudice Misra a un collega «meno autorevole».
Il governo ha per ora preferito non commentare nel merito delle accuse mosse al giudice Misra, auspicando una risoluzione «interna alla Corte Suprema» dei dissidi espressi nella conferenza stampa di venerdì. Le opposizioni indicano invece l’«estrema serietà» delle accuse e chiedono al premier Modi di spiegare la visita lampo fatta dal suo segretario personale alla residenza del giudice Misra poco dopo la conferenza stampa dei quattro giudici «dissidenti».
@majunteo
Nella mattinata di venerdì 12 gennaio i giudici Kurian Joseph, Jasti Chelameswar, Ranjan Gogoi e Madan Lokur, durante una conferenza stampa a New Delhi, hanno dichiarato che la Corte Suprema è attualmente «non in ordine» e che «se l’istituzione non sarà preservata, la democrazia in questo paese non potrà essere protetta». Secondo i quattro giudici – i più anziani e illustri, appena un gradino sotto il capo della Corte Suprema – il giudice Misra avrebbe assegnato dei pool di giudici ad alcuni casi «di interesse nazionale» secondo un criterio «senza razionalità», ovvero infrangendo la consuetudine di seguire una scala di anzianità ed esperienza nell’assegnazione dei casi sottoposti alla Corte Suprema. Condotta, secondo i quattro, tenuta per influenzare il funzionamento della Corte spostandolo a favore del governo in carica.