Lancieri al servizio del Sacro romano impero e della Polonia, sono stati i primi “soldati universali” d’Europa.
Per i tremila ussari alati che hanno combattuto al fianco del Sacro romano impero per sconfiggere gli Ottomani, la battaglia di Vienna del 1683 fu una grande vittoria. Il loro comandante, il re polacco Giovanni III di Polonia si erse a salvatore dell’Europa cristiana. Fonte di duratura fama, quella vittoria giunse alla fine di quasi due secoli di valorose campagne.
I primi membri dalla cavalleria ussara si congiunsero all’esercito polacco intorno al 1500, quando Polonia e Lituania, unite sotto la dinastia degli Jagelloni, avevano bisogno di ulteriori forze per affrontare la Moscovia a est e i Khanati tatari a sud.
Gli ussari non erano polacchi in origine, ma più probabilmente mercenari serbi (il termine racowie riscontrato nei registri militari del tempo significa “serbi”, dallo stato medievale della Rascia nella Pannonia meridionale).
Un’ipotesi credibile sebbene non verificata considera la parola hussar – e la forma plurale usata nei registri dell’esercito, hussaria – un derivativo di chosarios (tramite l’ungherese huszar, dal serbo gussar con sfumature di “bandito”). I mercenari ussari non servirono solo la Polonia, ma anche il Sacro romano impero di Massimiliano I di Asburgo (1508-1519).
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Lancieri al servizio del Sacro romano impero e della Polonia, sono stati i primi “soldati universali” d’Europa.