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Yemen: il conflitto permanente


Guerra in Yemen: nessuno può vincere e il gioco delle alleanze si rimescola continuamente: Houthi/Iran al nord-ovest, secessionisti/EAU al sud. E Riad cerca spazio a est

Guerra in Yemen: nessuno può vincere e il gioco delle alleanze si rimescola continuamente: Houthi/Iran al nord-ovest, secessionisti/EAU al sud. E Riad cerca spazio a est

Uno scambio di prigionieri a Marib, Yemen, 16 ottobre 2020. REUTERS/Nusaibah Almuaalemi

E se oltre la guerra ci fosse ancora la guerra? Il conflitto in Yemen è la quintessenza delle guerre contemporanee. Ovvero il frutto delle transizioni incompiute verso l’approdo democratico promesso prima dal mondo post-bipolare (dal 1989) e poi dalle rivolte arabe (dal 2011). Conflitti caratterizzati da un’altissima frammentazione politico-militare, nonché dall’ibridazione fra il campo dello “Stato” (per esempio, eserciti ed economie) e l’apparente “contro-Stato” (per esempio, milizie e reti di economia informale), “contro-Stato” che spesso si lega, però, ai tentativi di sopravvivenza di ciò che resta dello Stato (vedi gli eserciti collassati che integrano le milizie nate sul campo). Guerre lunghissime capaci di modificare consolidati equilibri sociali, dato l’intreccio fra dimensioni interne e regionali (come in Siria, Libia e prima Iraq), avviando una ricomposizione di poteri a livello locale, dunque “sotto lo Stato”.

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