Camicia bianca, pantaloni neri, sguardo dimesso stretto da due guardie: è la foto simbolo odierna del processo contro Bo Xilai. L’ex leader di Chongqing affronta le accuse della Corte di Jinan, nello Shandong, dopo un anno e mezzo di misteri e indiscrezioni su quello che rappresenta il più grande scandalo politico degli ultimi trent’anni di storia cinese.

Bo Xilai – espulso, messo sotto sotto inchiesta dal Partito e infine dallo Stato – deve affrontare le accuse di corruzione, tangenti e abuso di potere. La Corte ha imputato all’ex leader di Chongqing di aver preso tangenti già durante le sue attività di sindaco di Dalian. A questo proposito oggi è arrivata la prima news: Bo Xilai avrebbe ritratto la confessione, sostenendo di aver dichiarato il falso durante gli interrogatori.
Si tratta di procedure processuali che nascondono i veri motivi della caduta di Bo Xilai, ovvero la sua straordinaria avventura politica di Chongqing, durante la quale il principino era riuscito a creare un «modello» che pur ricalcando altri esempi già in atto aveva saputo fare breccia sia tra i media internazionali, grazie alla sua capacità di gestire il mondo dell’informazione, sia tra la gente, grazie a politiche sociale popolari. Non solo perché il suo recupero di parole d’ordine maoiste, aveva posto Bo Xilai a capo di una corrente – nazionalista e ideologicamente vicina al periodo storico della Rivoluzione Culturale – all’interno del Partito, capace di minacciare addirittura il cambio politico previsto – e infine attuato, anche sulla pelle di Bo Xilai – lo scorso novembre.
Paradosso tutto cinese: mentre Bo Xilai è a processo Xi Jinping, l’attuale Presidente, ha fatto partire una nuova campagna ideologica che non sembra troppo distante da quella lanciata da Bo Xilai a Chongqing. Si tratta di scontri interni, evidentemente, che la caduta dell’ex leader di Chongqing non hanno sopito.
Ad ora il processo è in pausa, riprenderà alle 14 ora cinese, le 8 italiane. Seguiranno update.
Update:
– il processo a Bo Xilai dovrebbe durare due giorni e il verdetto è atteso per i primi giorni di settembre
– la Corte accusa Bo Xilai di aver preso tangenti per 20 milioni di yuan dall’uomo d’affari Xu Ming (già agli arresti e considerato il «tesoriere» della famiglia Bo)
– Bo Xilai sta respingendo alcune accuse che gli vengono imputate, sostenendo che sarebbero state fabbricate dagli inquirenti (in relazione al suo periodo a Dalian). Si tratta di una novità perché alla vigilia i media cinesi avevano scritto che Bo avrebbe accettato tutte le accuse a suo carico.
– Con il procedere del processo si scoprono le carte. Sono due gli affaristi che avrebbero pagato tangenti a Bo Xilai: Xu Ming e Tang Xiaolin. L’ammontare delle mazzette sarebbe in totale quasi 3 milioni di euro. Per ora pare che Bo Xilai stia negando entrambe le accuse.
– Secondo Bo Xilai Tang Xiaolin sarebbe «un uomo corrotto e un truffatore», le cui accuse nei suoi confronti non sarebbero altro che il tentativo di ottenere clemenza dalla corte.
– Tra le testimonianze anche quella di Gu Kailai (per iscritto): secondo la moglie di Bo Xilai – già condannata all’ergastolo per l’omicidio dell’uomo d’affari britannico Neil Heywood, le tangenti ricevute dalla famiglia Bo sarebbero state usate per gli studi del figlio, Bo Guagua
– A questo link la testimonianza audio (in cinese) di Tang Xiao durante il processo
– Secondo la Reuters, Bo Xilai si è difeso in modo energico
– A questo link le testimonianze del processo (in cinese)
– Bo Xilai rigetta anche le accuse della moglie Gu Kailai, ora in aula il secondo accusatore di Bo, presente in aula fisicamente, Xu Ming
– Il processo riprenderà domani, venerdì 23 agosto, alle 8.30 (orario cinese). A breve qualche articolo della stampa estera che riassume la giornata odierna.
Camicia bianca, pantaloni neri, sguardo dimesso stretto da due guardie: è la foto simbolo odierna del processo contro Bo Xilai. L’ex leader di Chongqing affronta le accuse della Corte di Jinan, nello Shandong, dopo un anno e mezzo di misteri e indiscrezioni su quello che rappresenta il più grande scandalo politico degli ultimi trent’anni di storia cinese.