Beirut, per sfruttare la nuova ricchezza, dovrà accordarsi con Cipro, Egitto e Israele.
Dal 20 marzo – con il rovinoso ritardo di un anno – il Libano ha ufficialmente un nuovo Gabinetto, e le compagnie petrolifere straniere avranno le leggi per imbastire le trivellazioni esplorative alla ricerca di petrolio e gas naturale nel Bacino di Levante.
Il Primo ministro del Paese, Tammam Salam – economista ed ex ministro per la Cultura – ha detto che il suo governo intende “accelerare la concessione di licenze per le trivellazioni e l’estrazione del petrolio”, dopo che potenziali giacimenti di gas e petrolio al largo delle sue coste hanno alimentato la speranza che il Libano possa in futuro ridurre il proprio deficit, al momento intorno al 140% del Pil.
L’interesse nella porzione libanese del Bacino di Levante – una depressione marina nel Mediterraneo orientale tra Cipro e le coste di Israele, Libano e Siria – è stato stimolato dalle notevoli scoperte fatte nella parte israeliana del Mar di Levante, dove un giacimento è già in produzione, con la prospettiva di cominciare trivellazioni al largo di Cipro.
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