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Il gelato al gusto Obama e quel razzismo involontario dei russi


L’ultima è un autolavaggio a Blagoveshchensk che si chiama «Obama» e promette di lavare via tutto il nero dalle vostre macchine. I riferimenti al colore della pelle del presidente americano sono ormai un leitmotiv della cultura pop russa. Segno di un razzismo latente a volte travestito da innocua ironia.

L’ultima è un autolavaggio a Blagoveshchensk che si chiama «Obama» e promette di lavare via tutto il nero dalle vostre macchine. I riferimenti al colore della pelle del presidente americano sono ormai un leitmotiv della cultura pop russa. Segno di un razzismo latente a volte travestito da innocua ironia.

Quella dell’autolavaggio è una trovata di marketing che funziona in Russia. Fa sorridere e non è ritenuta offensiva. Ma il problema è proprio questo. È nelle menti di chi crede che sia divertente – anche per le persone di colore – fare innocui e continui riferimenti al colore della pelle. Un po’ come quel presidente del Consiglio che, proprio parlando con l’allora presidente russo, definì Obama «abbronzato». Non c’è necessariamente l’intenzione di offendere. Ma forse chi è oggetto di questa ironia da generazioni ne ha un po’ piene le scatole.

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