Inaugurato il 1° Luglio 2006 e dedicato al Granduca Jean, figura molto amata dal popolo lussemburghese per i suoi coraggiosi trascorsi della Seconda Guerra Mondiale, il Musée d’art moderne Grand-Duc Jean – MUDAM – ha vantato il record di visite di 115 mila persone totalizzato fin da subito, nel primo anno di vita.
Il MUDAM ha trovato casa nel prestigioso quartiere del Kirchberg, pensato come audace rivisitazione di uno skyline barocco, tre piani di vetro e cemento che si armonizzano con efficacia nel paesaggio verde circostante, dove come ha trovato – temporaneamente – casa l’ultima mostra della videoartista Fiona Tan, in viaggio attraverso quattro tappe in altrettanti paesi ed attraverso decine di occhi e di persone ritratte.
Figlia di un padre cinese e di una madre australiana di origine scozzese, un’infanzia vissuta a Melbourne e un’età adulta trasferita nei Paesi Bassi per continuare gli studi, Fiona è un’artista migrante, un soggetto che sintetizza in sé una serie di punti di vista e modi di pensare agli antipodi. Il suo sguardo è incredibilmente attuale, ed in un’epoca segnata da flussi migratori costanti e spesso penosi guida la sua narrazione, tanto che dalle sue opere si percepisce la forza del viaggio, delle radici, del cambiamento.
Migrazione e mutazione come concetti tanto fisici quanto mentali, analizzate con metodo e poesia, coltivando la memoria ed il ricordo, tradotte in esperienza collettiva e attuale anche grazie all’uso sapiente della tecnologia. La produzione artistica di Fiona si colloca tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio, ma il suo pensiero spazia in secoli molto più lontani, in confronti storici tra Oriente ed Occidente presi ad esempio partendo dal più classico dei rapporti, quello tra noi stessi ed il prossimo. Il tema dell’attenzione soggettiva – e collettiva – all’individuo, il rispetto per ciò che ha vissuto, per la sua storia, per la fragilità e al tempo stesso la potenza della sua esperienza nell’universo, è il motore del dialogo proposto da Fiona. Un motore che l’ha portata a continuare il proprio viaggio spostandosi dalla Tate Modern di Londra al New Museum di New York, al Centre Pompidou di Parigi. Continuando a far evolvere il proprio linguaggio, acquisendo nuovi modelli da seguire e da interpretare, affinando il proprio sguardo insieme alla propria capacità di empatizzare con il prossimo e di comprendere i suoi punti di vista.
Ne è un esempio lampante Vox Populi, una serie iniziata nel 2004 e che continua ad ampliarsi, composta con l’aiuto e il consenso dei proprietari degli album di famiglia di interi quartieri, paesi, città. Abitanti di mondi dai quali Fiona ha scelto centinaia di fotografie perchè rappresentino soggetti unici e al tempo stesso universali: bambini che ridono, ragazzi vestiti a festa, anziani che guardano alla gioventù.
La mostra Geography of Time, giunta alla seconda tappa dopo un primo allestimento ad Oslo e prima di trasferirsi a Francoforte e poi a Tel Aviv, offre la possibilità di guardare il mondo attraverso dieci opere realizzate dall’artista tra il 2000 e il 2013. Si tratta di lavori attraverso cui Fiona sottolinea l’importanza dei legami che ognuno di noi stringe con il contesto spaziale e temporale in cui vive. Ispirata dalla ritrattistica nordica ma in parte allergica alla possibilità di rappresentare un essere umano non in movimento, Fiona mette a frutto le sue conoscenze in ambito filmico realizzando diverse installazioni video, integrando in questo modo non solo i soggetti ma anche una serie di sfumature fondamentali come il senso del tempo, alternando quindi il protagonismo della scena. Grazie alla perfetta padronanza del linguaggio cinematografico e conoscenza del valore delle inquadrature e dei movimenti di macchina, Fiona cattura totalmente, con eleganza, l’attenzione dello spettatore. Citando l’artista, “Mi piace l’idea che la vita sia una storia da raccontare. Come un bambino che desidera ascoltare la stessa storia più e più volte, ripeto nella mia testa le mie scene preferite”
@benedettabodo
FIONA TAN. GEOGRAPHY OF TIME
20 febbraio – 28 agosto 2016
Mudam, Lussemburgo
http://www.mudam.lu/en/expositions/details/exposition/fiona-tan
Inaugurato il 1° Luglio 2006 e dedicato al Granduca Jean, figura molto amata dal popolo lussemburghese per i suoi coraggiosi trascorsi della Seconda Guerra Mondiale, il Musée d’art moderne Grand-Duc Jean – MUDAM – ha vantato il record di visite di 115 mila persone totalizzato fin da subito, nel primo anno di vita.
Il MUDAM ha trovato casa nel prestigioso quartiere del Kirchberg, pensato come audace rivisitazione di uno skyline barocco, tre piani di vetro e cemento che si armonizzano con efficacia nel paesaggio verde circostante, dove come ha trovato – temporaneamente – casa l’ultima mostra della videoartista Fiona Tan, in viaggio attraverso quattro tappe in altrettanti paesi ed attraverso decine di occhi e di persone ritratte.