I leader di Francia e Germania si apprestano a giocare una partita decisiva per il resto dell’Europa.
Con le elezioni tedesche del 24 settembre scorso si è chiuso un importante ciclo elettorale, che ha mandato segnali inequivocabli. In maggio l’elezione di Emmanuel Macron alla presidenza francese aveva spinto molti ad inneggiare, piuttosto ingenuamente, alla fine del pericolo populista. La “vittoria non vittoria” di Angela Merkel in Germania, e l’ingresso in massa del partito estremista AfD al Bundestag, costituisce in questo senso un salutare ritorno alla realtà. La crisi economica può essere (e non ovunque) in via di risoluzione; ma la crisi sociale che essa ha alimentato è invece più attuale che mai. Divergenza, diseguaglianza, precarietà, disoccupazione giovanile, sono tutte eredità irrisolte del “decennio perduto” iniziato nel 2008.
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