Nel mondo ci sono un miliardo di persone che cagano all’aperto, più della metà delle quali vive in India. Il problema della merda, anche e soprattutto per il nostro bigottismo linguistico, è stato a lungo sottostimato. Facciamo che “merda” e sinonimi sono parole come le altre e proviamo a parlarne.
L’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), uscito in settimana, indica che in tutto il paese al momento ci sono 597 milioni di indiani costretti a cagare all’aperto, vittime della mancanza di un sistema di sanitari (pubblici e privati) in grado di operare una delle tante rivoluzioni di cui l’India ha bisogno: una toilet revolution.
L’India, spiega un articolo pubblicato oggi dal Times of India, è il fanalino di coda tra i paesi che stanno cercando di sradicare la pratica delle defecazioni all’aperto, una piaga che uccide svariati milioni di persone all’anno e che, con un minimo di accorgimento (cessi a secco tipo i mitici Sebach dei concerti, stessa tecnologia) potrebbe diventare un brutto ricordo per l’umanità nel giro di una manciata di anni. L’obiettivo, per l’Onu, è debellare la cagata sistematica all’aperto nel mondo entro il 2025.
Le responsabilità indiane, in questo senso, sono enormi. Due anni fa, ad esempio, ho ripreso alcune notizie relative al cosiddetto “Toilet scam”, una storiaccia di corruzione legata ai fondi del governo centrale stanziate per la creazione di cessi pubblici in tutto il paese.
Il caso dell’Uttar Pradesh è eclatante: grazie ai fondi governativi, secondo i calcoli di Delhi, in tutto lo stato dell’India del nord dovevano essere realizzati 17,1 milioni di bagni pubblici. Ma alla conta degli ispettori, nel 2012, ne risultarono solo 5,5 milioni, con 426 milioni di euro letteralmente spariti nel nulla.
Anche quando vengono realizzati, spesso i cessi pubblici diventano granai illegali, ché tanto nessuno controlla e la gente è abituata da migliaia di anni a cagare e pisciare all’aperto, mancando completamente la cognizione delle malattie trasmesse dai miasmi della nostra merda.
Parlare di merda senza vergognarsi diventa in questo frangente opera coraggiosa e meritoria, potenzialmente rivoluzionaria. Per questo vi consiglio vivamente di ritagliarvi dieci minuti del vostro tempo e vedervi questo Ted Talk della giornalista Rose George, intitolato “Let’s talk crap. Seriously.” (in inglese ma ci sono anche i sottotitoli in italiano, volendo).
Nel mondo ci sono un miliardo di persone che cagano all’aperto, più della metà delle quali vive in India. Il problema della merda, anche e soprattutto per il nostro bigottismo linguistico, è stato a lungo sottostimato. Facciamo che “merda” e sinonimi sono parole come le altre e proviamo a parlarne.