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Il rischio ecosistemico della crisi ambientale in Africa


La legislazione internazionale sull'ambiente, in via generale, risulta limitata nel coniugare tutela del patrimonio collettivo, riconosciuta e tradotta formalmente in atti normativi, con incisive politiche di cooperazione su scala regionale. Molteplici fattori ostacolano la realizzazione di un piano di prevenzione ambientale condiviso a livello globale: molti paesi in via di sviluppo percepiscono l'allarme ecologico diffuso in tutto il Pianeta come impedimento alla crescita e al progresso economico, letto, soprattutto tra le emerging economies asiatiche, con la lente dell'incompatibilità tra sviluppo eco-sostenibile ed espansione finanziaria e commerciale sul mercato mondiale. 

Una giovane donna della tribù dei Turkana cammina con il figlio nei pressi di un villaggio vicino Loiyangalani in Kenya. REUTERS/Goran Tomasevic

La legislazione internazionale sull’ambiente, in via generale, risulta limitata nel coniugare tutela del patrimonio collettivo, riconosciuta e tradotta formalmente in atti normativi, con incisive politiche di cooperazione su scala regionale. Molteplici fattori ostacolano la realizzazione di un piano di prevenzione ambientale condiviso a livello globale: molti paesi in via di sviluppo percepiscono l’allarme ecologico diffuso in tutto il Pianeta come impedimento alla crescita e al progresso economico, letto, soprattutto tra le emerging economies asiatiche, con la lente dell’incompatibilità tra sviluppo eco-sostenibile ed espansione finanziaria e commerciale sul mercato mondiale. 

Lo sfruttamento incontrollato di risorse naturali ha generato un pericoloso cortocircuito nei meccanismi di salvaguardia dei “beni ambientali”, provocando, in particolare nel continente africano, ricorrenti crisi alimentari ed idriche dalle conseguenze esiziali per l’intero ecosistema. Calamità naturali legate a fenomeni climatici ad elevato impatto, quali siccità e surriscaldamento globale, si abbattono spesso su aree instabili, teatro di scontro politico e tensioni sociali. Oltremodo problematica è la debolezza governativa delle autorità locali, comune in molti stati dell’Africa sub-sahariana. Il predominio territoriale delle organizzazioni terroristiche nonché le acute conflittualità inter-etniche, impediscono una stabilizzazione istituzionale necessaria per intervenire con efficacia in materia di clima e ambiente. Situazione allarmante complicata da rapporti di forza che gravitano intorno agli interessi economici locali, alimentando corruzione e sperequazioni sociali: l’impotenza decisionale e lo scarso potere d’opposizione lascia diversi governi nazionali in balìa delle pressioni esercitate dalle multinazionali che impoveriscono, in modo talora irreversibile, intere regioni soggette non solo a minacce naturali endemiche, quali l’avanzata della desertificazione, ma anche, conseguenza deteriore del farraginoso sviluppo tecnologico ed economico continentale, alla piaga dell’inquinamento.

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