
È un problema chiamarsi Jefferson in Brasile? No, ma non lo è nemmeno chiamarsi MC Bin Laden, per l’appunto nome d’arte di Jefferson Christian dos Santos Lima, cantante funk e autore dell’ultima hit del paese. La sua «Tá Tranquilo, Tá Favorável» sfiora ormai i 30 milioni di visualizzazioni su Youtube.
Un successo incredibile, che non si ferma neppure davanti alle polemiche per il nome scelto dal funkeiro. La popolarità della sua canzone è esplosa durante il Carnevale di febbraio, ampliata anche dall’inconsueta fisicità del protagonista: 117 chili e una forma rivedibile. I media l’hanno adottato come nuovo fenomeno di costume, mentre i calciatori ne hanno subito imitato la danza: Neymar al Barcellona, Ronaldinho su Instagram e Gabigol al Santos. Il tormentone s’è subito trasformato in entrate economiche. Secondo la Folha de S.Paulo, MC Bin Laden guadagna circa 5 mila euro per mezz’ora di concerto. Che dovrebbe essere più che sufficiente considerato il repertorio. Il boom su internet gli ha procurato anche la simpatia della Nike, che ha deciso di sostenerlo e di fornirgli prodotti firmati, come confermato dalla TV Globo. Una mossa audace per un’impresa radicata negli USA, obiettivo del vero Bin Laden, il terrorista tristemente noto per gli attentati dell’11 settembre 2001.
MC Bin Laden ha una storia di vita simile a quella di molti brasiliani. Nato in una favela della Zona Leste di San Paolo, la più povera della città, è cresciuto fra tante difficoltà e un padre che amava il gioco d’azzardo. «Oggi non ho problemi a mostrare la mia pancia. Dopo aver migliorato la mia condizione di vita ho cominciato a mangiare tutto ciò di cui avevo voglia», ha affermato il ventiduenne. Sì, ma come si spiega il nome d’arte? «Volevo fare un po’di teatro, di confusione. È esistito un Bin Laden cattivo, oggi ce n’è uno buono», ha provato ad argomentare. La malsana idea è venuta alla sua casa produttrice dopo aver lanciato la musica «Bin Laden non è morto», in cui il funkeiro elogia un fantomatico fucile del terrorista, bagnato nell’oro. Il suo staff, però, assicura che si tratta di uno scherzo e non d’apologia alla violenza. «Ho scelto questo nome perché la mia musica è esplosiva», ha spiegato nel corso di numerose interviste alle emittenti brasiliane. Non sarà apologia della violenza, ma sicuramente lo è dell’ignoranza. È probabile che il funkeiro non abbia la minima idea di chi sia stato Osama Bin Laden e di quante morti abbia causato. Lo sanno, però, i numerosi giornalisti che gli hanno dedicato video e interviste. Forse ne avranno sentito parlare i suoi fan o gli imprenditori che lo pagano per esibirsi in pubblico. Lo dovrebbe sapere, invece, Diplo, che si diverte a registrare rime con Mc Bin Laden, in cui si parla di bombe in Iraq e Barack Obama. Lo statunitense, mente del progetto Major Lazer e famoso per il successo «Lean On», non capisce il portoghese, mentre il funkeiro non conosce l’inglese. Un mix perfetto, insomma. Il punto non è se la pessima musica può avere un posto nel Mondo. Esistono numerose star idolatrate per testi inconsistenti e ritmi imbarazzanti. Il punto è dove inizia la provocazione e dove inizia l’apologia al terrorismo, all’ignoranza. Si può dimenticare che l’11 settembre morirono 2974 persone? Che intere famiglie furono distrutte dal dolore? La provocazione, seppure per fini commerciali, dovrebbe essere limitata dal buongusto, dalla memoria. In un periodo storico in cui il terrorismo percuote il Mondo è intellettualmente disonesto concedere 30 milioni di visualizzazioni a un MC che sceglie il nome di un terrorista. Ricordiamocelo, casomai il tormentone dovesse varcare l’oceano.