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Il valore economico dei social censurati nell’internet cinese


In un paese nel quale l'internet risulta censurato e controllato, la possibilità che alcuni dei siti vietati, vengano «liberati», scatena una sorta di competizione interna. Nei giorni scorsi infatti era uscita la notizia secondo la quale nella nuova zona di libero commercio di Shanghai si sarebbe potuto navigare liberamente su Facebook, Twitter e sul sito del New York Times. Tutti e tre i siti risultano al momento «spenti» in Cina, benché facilmente accessibili con una virtual private network. I due social network sono chiusi in Cina dal 2009, il sito del quotidiano americano è stato censurato nell'ottobre 2012 a seguito del reportage sulle ricchezze dell'allora premier cinese Wen Jiabao (un'inchiesta che è valsa al New York Times, il Premio Pulitzer).

In un paese nel quale l’internet risulta censurato e controllato, la possibilità che alcuni dei siti vietati, vengano «liberati», scatena una sorta di competizione interna. Nei giorni scorsi infatti era uscita la notizia secondo la quale nella nuova zona di libero commercio di Shanghai si sarebbe potuto navigare liberamente su Facebook, Twitter e sul sito del New York Times. Tutti e tre i siti risultano al momento «spenti» in Cina, benché facilmente accessibili con una virtual private network. I due social network sono chiusi in Cina dal 2009, il sito del quotidiano americano è stato censurato nell’ottobre 2012 a seguito del reportage sulle ricchezze dell’allora premier cinese Wen Jiabao (un’inchiesta che è valsa al New York Times, il Premio Pulitzer).

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