Due sono i piani che l’Europa sta contemporaneamente lanciando in tema di immigrazione. Tenendo conto che se da una parte l’Ue ha bisogno di migranti, di integrarli e soprattutto di attrarre talenti perché la popolazione sta invecchiando, la forza lavoro diminuirà nei prossimi anni di almeno 20 milioni in Europa, è sempre più urgente, d’altra parte, sostiene la Commissione Ue, un piano per porre fine alle migrazioni irregolari aiutando i migranti nei paesi di origine.
Così l’ Unione Europea pensa di portare aiuti e investimenti direttamente a casa (dei migranti). In questo modo, afferma l’esecutivo Ue, si incentiverebbe lo sviluppo locale di paesi africani e medio orientali.
Immigrazione, accordi tra Ue e paesi extra comunitari
Dopo l’accordo con la Turchia per i rimpatri, arriva un accordo più ampio, si tratterebbe di una serie di contratti da stipulare con i paesi extracomunitari per frenare i flussi migratori verso l’Europa e rafforzare i rimpatri in cambio di aiuti allo sviluppo e investimenti finalizzati allo smantellamento della rete di trafficanti di migranti con la creazione di rotte legali.
Per sgombrare il campo riguardo alle perplessità sulla reperibilità dei fondi per far partire questo piano di accordi a breve termine, la Commissione prevede di potenziare il Fondo fiduciario per l’Africa con 1 miliardo di euro, di cui 500 milioni di euro attinti alla riserva del Fondo europeo di sviluppo e 500 milioni richiesti agli Stati membri. A lungo termine nell’autunno 2016 la Commissione presenterà una proposta relativa a un nuovo fondo al fine di mobilitare investimenti nei paesi terzi in via di sviluppo: saranno mobilitati 3,1 miliardi di euro, che dovrebbero attivare investimenti complessivi fino a 31 miliardi di euro con la possibilità di arrivare a 62 miliardi se gli Stati membri e gli altri partner verseranno un contributo equivalente a quello dell’UE. “Ferma restando la priorità di salvare vite in mare e smantellare le reti di trafficanti, il nostro obiettivo è sostenere i paesi che accolgono così tante persone e stimolare la crescita nei nostri paesi partner. Siamo pronti ad aumentare il supporto finanziario e operativo e a investire nello sviluppo economico e sociale a lungo termine, nella sicurezza, nello Stato di diritto e nei diritti umani, nel miglioramento delle condizioni di vita delle persone e nella lotta contro le cause della migrazione” afferma l’Alto Rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza Federica Mogherini.
I paesi coinvolti inizialmente saranno Giordania e Libano in Medio Oriente, Nigeria, Niger, Tunisia, Senegal, Mali, Etiopia.
“L’impegno di singoli governi nazionali ora deve andare nella direzione di una condivisione di responsabilità e di azioni. Vanno implementati i corridoi umanitari ed educativi per gli studenti rifugiati anche implementando nei Paesi terzi programmi di microcredito e di startup di piccole imprese giovanili. Infine- afferma Silvia Costa europarlamentare e presidente della Commissione Cultura al Parlamento Ue- devono essere riaperte le vie legali dell’immigrazione economica, anche in risposta al calo demografico dei Paesi del vecchio continente e tenendo conto dell’importanza di sostenere la mobilità da paesi Terzi verso la UE di studenti, ricercatori, tirocinanti e volontari – come previsto nella direttiva appena approvata in Parlamento europeo -ma anche di professionisti, personale qualificato e lavoratori che potranno solo arricchire la nostra società” .
Critico sugli accordi è invece il leader dei Liberali e Democratici Guy Verhofstadt che mette in guardia sul prendere a modello il patto Ue-Turchia “Se si vogliono fare i compact con i paesi terzi duplicando l’accordo con la Turchia, noi siamo contrari perché per i rifugiati quello non è un accordo, ma una tragedia in cui i rifugiati sono schiacciati tra l’Isis ed il muro che costruisce la Turchia e quindi non può essere un modello”.
La carta Blu per attrarre i migranti di talento
La Commissione Ue allo stesso tempo presenta un piano per l’integrazione per i migranti che arrivano in Ue e la riforma della Carta blu per la mobilità in Ue dei migranti altamente qualificati sostenendo che un’integrazione efficace e rapida può contribuire a migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, ad affrontare le sfide demografiche e a migliorare la sostenibilità di bilancio.
L’obiettivo è rafforzare la protezione di quanti arrivano in Ue, il costo della non integrazione sarà altrimenti più alto degli investimenti per il loro inserimento.
Dimitris Avramopoulos, Commissario per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato: “Se vogliamo gestire la migrazione sul lungo periodo, dobbiamo iniziare a investire ora; è nell’interesse di tutti noi. Un’integrazione rapida ed efficace dei cittadini di paesi terzi è fondamentale se vogliamo che la migrazione sia un fattore positivo per l’economia e un elemento di coesione nella nostra società. Al tempo stesso, dobbiamo dotare i nostri sistemi degli strumenti adeguati per far fronte al mercato del lavoro del futuro e alle future carenze di lavoratori qualificati. Il sistema della Carta blu UE così rivisto renderà più facile e appetibile per i cittadini di paesi terzi altamente qualificati venire a lavorare nell’UE e rafforzerà la nostra crescita economica”.
La Commissione sottolinea la carenza di competenze in molti settori come quello sanitario e quello delle telecomunicazioni e informazioni, perché la popolazione Ue sta invecchiando.
I talenti ora scelgono altre aree, solo il 31 % dei migranti con un elevato livello di istruzione sceglie l’Europa secondo dati Ocse. Nel frattempo queste persone potranno formarsi in Ue, saranno un ponte futuro tra l’Ue e i paesi di origine. Con la riforma della Carta blu si semplificherà il procedimento per lo status di soggiornante di lungo periodo e l’accesso al mercato del lavoro, e i familiari potranno trasferirsi contemporaneamente al titolare della Carta blu.
Resta però da vedere se effettivamente la Carta blu, così riformata, sarà efficacemente applicata dagli stati membri: in passato solo la Germania avrebbe sfruttato effettivamente la Carta blu.
@IreneGiuntella
Due sono i piani che l’Europa sta contemporaneamente lanciando in tema di immigrazione. Tenendo conto che se da una parte l’Ue ha bisogno di migranti, di integrarli e soprattutto di attrarre talenti perché la popolazione sta invecchiando, la forza lavoro diminuirà nei prossimi anni di almeno 20 milioni in Europa, è sempre più urgente, d’altra parte, sostiene la Commissione Ue, un piano per porre fine alle migrazioni irregolari aiutando i migranti nei paesi di origine.
Così l’ Unione Europea pensa di portare aiuti e investimenti direttamente a casa (dei migranti). In questo modo, afferma l’esecutivo Ue, si incentiverebbe lo sviluppo locale di paesi africani e medio orientali.