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Impronta ecologica


È ormai cultura comune, se escludiamo qualche ostinato petroliere, che le risorse naturali a livello planetario siano limitate. Se il modello di consumo dei Paesi industrializzati fosse adottato globalmente, il prezzo della benzina o quello dell’acqua non sarebbero più una priorità. Con grande probabilità, la preoccupazione principale riguarderebbe la carenza di ossigeno da respirare.

I paradigmi di mercato del secolo scorso ci avevano abituato a uno scenario piuttosto statico, dominato dallo strapotere statunitense e da altre economie relativamente stabili e solide nei propri comparti produttivi. Queste dinamiche erano ancora indenni da uno dei fattori fondamentali che oggi contribuiscono all’instabilità economica di interi Paesi e all’ingente spostamento di capitali verso i mercati finanziari: l’abolizione negli Stati Uniti – poco prima dello scadere del millennio – delle restrizioni del rapporto tra mondo finanziario e bancario previste dal Glass-Steagall Act, con il conseguente riflesso sui mercati mondiali.

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