India e Vietnam posticipano l’approvazione di un accordo miliardario tra la China Merchants Port e la compagnia francese CMA CGM. Le motivazioni sono geopolitiche
REUTERS/Andrew Caballero-Reynolds
I Governi di India e Vietnam hanno rimandato il processo di valutazione e di approvazione di un accordo miliardario tra la China Merchants Port – grossa azienda statale cinese che si occupa di attività portuali – e la compagnia di navigazione francese CMA CGM.
China Merchants è nota per aver assunto il controllo del porto di Hambantota, in Sri Lanka, per 99 anni. La sua posizione geografica lo rende estremamente rilevante per Pechino; e infatti l’infrastruttura costituisce uno snodo strategico della Belt and Road Initiative.
Le due compagnie avevano già creato una joint venture nel 2013. L’accordo – risalente allo scorso dicembre – prevede che CMA CGM condivida con China Merchants la proprietà di altri dieci terminal portuali in vari Paesi del mondo: Cina, Giamaica, India, Iraq, Paesi Bassi, Singapore, Thailandia e Vietnam.
La transazione che riguardava otto dei dieci terminal è stata approvata lo scorso marzo dalla Commissione europea. I rimanenti sono quelli di Mundra, in India, e di Germalink, in Vietnam, vicino alla città di Ho Chi Minh. I Governi indiano e vietnamita hanno posticipato le loro decisioni ufficialmente per ragioni legate alla pandemia di coronavirus, ma è possibile che la scelta sia stata influenzata da motivazioni geopolitiche.
I rapporti tanto dell’India quanto del Vietnam con la Cina stanno infatti attraversando una fase particolarmente tesa.
La crisi militare lungo il confine comune sull’Himalaya, iniziata a maggio, ha causato la morte di venti soldati indiani e incoraggiato Nuova Delhi a portare avanti il suo piano di “distaccamento economico” da Pechino (e a bloccare il funzionamento di numerose app cinesi, tra cui TikTok).
Il Vietnam, invece, si sta opponendo con una certa fermezza alle pretese territoriali della Cina nel Mar cinese meridionale e ha chiesto a Pechino maggiore collaborazione per quanto riguarda la gestione delle acque del fiume Mekong, lungo il quale il Dragone ha costruito diverse dighe.
In questo momento, l’India non ha molti amici in Asia meridionale: oltre che con la Cina e con il Pakistan, ha problemi con il Nepal e con il Bangladesh. Non è escluso che anche lo Sri Lanka, visto l’avvicinamento a Pechino, possa farsi più ostile.
L’India sta però stringendo i rapporti con l’Australia e con il Giappone, puntando sulla comune preoccupazione per la crescente aggressività cinese nell’Asia-Pacifico. E sembra che voglia potenziare anche la relazione economica e militare con il Vietnam.
È proprio di questo che si è discusso al diciassettesimo incontro della “Commissione congiunta sulla cooperazione commerciale, economica, scientifica e tecnologica” tra i due Paesi, tenutosi questa settimana. Hanoi e Nuova Delhi hanno deciso di rafforzare la loro partnership strategica “in linea con l’iniziativa indiana sull’Indo-Pacifico e con la visione dei Paesi del sud-est asiatico”. L’India aveva anche aperto delle linee di credito al Vietnam per l’acquisto di sistemi di difesa.
Nonostante tutti questi movimenti, dettati dalla convergenza di necessità comuni a più Paesi – il contenimento di Pechino –, non sembra però che in Asia si stia costituendo una vera e propria alleanza strategica anti-Cina.
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