Erol Dora sa bene cosa sia essere una minoranza nel proprio Paese. E’ infatti l’unico deputato cristiano presente nel parlamento turco, oltre che essere un rappresentante politico curdo del Bdp (Demokratik Bölgeler Partisi, in curdo Partiya Herêman a Demokratîk), il movimento politico nato nel 2008 dalle ceneri del Dtp, messo al bando per le sospette connessioni con il movimento armato Pkk.

Dora è stato eletto nella circoscrizione di Mardin, città situata nel sudest dellaTurchia.
Come giudica l’intervento americano?
La coalizione internazionale ha identificato l’Isis come un’organizzazione terroristica e questa coalizione è guidata è dagli Stati Uniti. Hanno attaccato l’Isis, è vero, ma abbiamo una critica dare all’America: non l’hanno fatto in tempo. Lo sapevano tutti l’Isis sarebbe arrivata in città. Potevano farlo prima quando ancora si trovavano a distanza. Per noi quindi, i bombardamenti portati dalla coalizionesono ovviamente un fattore positivo, ma sono stati fatti in ritardo.
Parliamo della questione curda in Turchia
Il confine che vedete qui a Kobane, come tanti confini che sono stati imposti, è artificiale, non naturale. Non è un confine reale, perché i curdi di Suruc e i curdi di Kobane così come quelli di Diyarbakir o di altre città sono la stessa cosa: parenti, fratelli, amici. C’è una totale empatia tra i curdi da questa parte della frontiera e i curdi dall’altra. Ora i curdi turchi che vivono qui vedono i loro parenti in Siria sotto i bombardamenti e circondati. Che cosa dovrebbero fare se non protestare e cercare di aiutarli?
Come Bdp cosa chiedete?
Come partito politico non accettiamo nessun intervento militare turco di qualsiasi tipo nel cantone di Kobane, nè tantomeno la creazione di una zona cuscinetto tra Siria e Turchia. Se il governo turco vuole veramente aiutare Kobane può aprire la frontiera e favorire la creazione di un corridoio umanitario, così che l’Ypg possa mandare aiuti anche dagli altri cantoni curdi in Siria, ma i tank turchi non devono mettere assolutamente piede a Kobane. Questo assolutamente no.
Il governo turco sembra abbia paura dell’indipendentismo curdo in Siria…
Il cantone del Rojava siriano non è una formazione statale, ma una autoamministrazione regionale che sostiene l’unità della Siria, non la vuole dividere. La stessa cosa avviene nei cantoni curdi di Afrin e in quello di Cizir, dove sono nate delle forme di democrazia basate sull’uguaglianza che non fa differenza sul backround religioso o etnico. Non rappresentiamo una minaccia per nessuno e non attentiamo a nessuna integrità statale, che sia siriana o turca.
Erol Dora sa bene cosa sia essere una minoranza nel proprio Paese. E’ infatti l’unico deputato cristiano presente nel parlamento turco, oltre che essere un rappresentante politico curdo del Bdp (Demokratik Bölgeler Partisi, in curdo Partiya Herêman a Demokratîk), il movimento politico nato nel 2008 dalle ceneri del Dtp, messo al bando per le sospette connessioni con il movimento armato Pkk.