Intervista a Macron: il Presidente francese guarda al prossimo futuro per l’Ue e cerca di ricucire con l’Islam dopo il recente attentato di Nizza
Dal rapporto con l’Islam a quello con Cina e Stati Uniti, dal multilateralismo alla visione unitaria di Europa: il Presidente francese Emmanuel Macron, all’indomani dell’esito elettorale negli Usa, traccia la strada per il suo Paese e per le relazioni internazionali, dando una visione eurocentrica per la lettura geopolitica globale. Le Grand Continent, rivista di Groupe d’études géopolitiques, pubblica una delle interviste più lunghe mai realizzate con il Capo dell’Eliseo, ricca di contenuti e spunti che i leader europei, i partner di Bruxelles e la diplomazia internazionale dovranno tener conto nel rapporto con Parigi.
Un’Europa geopolitica
Per il Presidente francese è giunto il momento per l’Europa di rendersi autonoma su vari fronti. In primis, quello tecnologico: “Concretamente, ciò significa che, quando si tratta di tecnologia, l’Europa deve costruire le proprie soluzioni in modo da non dipendere dalla tecnologia americana o cinese”, spiega Macron. “Se ne dipendiamo, ad esempio nel settore delle telecomunicazioni, non possiamo garantire ai cittadini europei la segretezza delle informazioni e la sicurezza dei loro dati privati, perché non disponiamo di questa tecnologia”.
Sul fronte indipendenza europea, il leader di En Marche! evidenzia le storture che portano alla privazione della sovranità europea, con le imprese che rischiano di trovarsi sotto il giogo delle scelte statunitensi. Il riferimento è al JCPoA, l’accordo sul nucleare iraniano, che dopo l’uscita degli States e le sanzioni di Washington a Teheran ha portato alla fine degli accordi commerciali con la Repubblica Islamica.
“Purtroppo — dice il Capo dell’Eliseo — abbiamo preso coscienza di tutte le conseguenze in occasione della discussione sull’Iran. Noi europei volevamo rimanere nell’ambito del cosiddetto JCPoA. Tuttavia, una volta usciti gli americani, nessuna società europea è stata in grado di continuare a fare affari con l’Iran per paura delle sanzioni in cui sarebbe incorsa da parte degli Stati Uniti. Così, quando parlo di sovranità o di autonomia strategica, collego tutti questi temi, che a prima vista sembrano molto distanti tra loro”.
La crisi del multilateralismo
Il quadro multilaterale del 1945 è in crisi, ricorda Macron, non tanto nella sua efficacia ma — a suo dire fatto ancor più grave — nell’universalità dei valori che porta avanti. “Elementi come la dignità della persona umana, che erano intangibili e a cui aderivano fondamentalmente tutti i popoli delle Nazioni Unite, tutti i Paesi rappresentati, vengono ora messi in discussione, relativizzati. Il relativismo contemporaneo che sta emergendo segna davvero una frattura e fa il gioco di potenze che non sono a proprio agio nell’ambito dei diritti umani delle Nazioni Unite”.
Da qui, l’accusa a Cina e Russia, “che promuovono un relativismo dei valori e dei principi, e un gioco che cerca di ri-culturizzare, di rimettere questi valori in un dialogo di civiltà, o in un conflitto di civiltà, per esempio contrapponendoli alla dimensione religiosa. Sono tutti strumenti che frammentano l’universalità dei valori. È molto grave se accettiamo di mettere in discussione questi valori, che sono quelli dei diritti umani e civili, e quindi di un universalismo basato sulla dignità della persona umana e dell’individuo libero e ragionevole”.
Ma è una critica al multilateralismo quella di Macron? Il Presidente ritiene che la distribuzione del vaccino contro il coronavirus a livello planetario sarà un test che “potrebbe non essere il meno arduo”, motivo per cui l’architettura multilaterale è da far funzionare e rilanciare. Il Presidente afferma che l’accesso mondiale al vaccino è essa stessa un’idea di bene pubblico, ruolo svolto da tutti gli Stati che stanno negoziando con le imprese. “Un ottimo banco di prova di questo nuovo multilateralismo”, dice Macron, che annuncia: “Nessuno dei laboratori che svilupperanno il vaccino sarà in grado di bloccare l’accesso ad altri laboratori di produzione per i Paesi in via di sviluppo”.
Ciononostante, il Presidente francese dice di non essere certo che tutti i Paesi si stiano impegnando su questo fronte: “Vedremo se la Cina è pronta, se sarà lei a scoprire il vaccino, se la Russia è pronta, se gli Stati Uniti sono pronti con la nuova amministrazione – non ero sicuro con la precedente, in realtà l’attuale – e vedremo cosa faranno le aziende. Ma qualunque cosa accada, quello che abbiamo fatto crea un quadro comune con tutti gli attori importanti intorno al tavolo: un mediatore di fiducia che è l’Oms, dei meccanismi di cooperazione, pressione reciproca”.
Terrorismo islamista “distorsione di una religione”
Nell’intervista, Macron riprende il tema sulla religione musulmana, tornata al centro della discussione nel suo Paese dopo il recente attentato di Nizza. Il Presidente ha elaborato un piano di contenimento e controllo per la pratica della religione islamica in Francia, dai finanziamenti in arrivo dall’estero allo stop delle lezioni tenute in remoto dagli imam. Le sue parole sull’Islam quale religione in crisi hanno portato a manifestazioni nelle principali nazioni musulmane, con la richiesta di boicottaggio di prodotti francesi.
Parlando ai giornalisti di Le Grand Continent, Macron ricorda le varie crisi che hanno colpito il 2020, tra le quali proprio “il terrorismo definito islamista, ma che in realtà è perpetrato in nome di un’ideologia che distorce una religione”. Il Presidente francese, memore delle polemiche scatenate dalle sue dichiarazioni, sottolinea che “il terrorismo è un fenomeno che colpisce tutti: non dobbiamo dimenticare che oltre l’80% delle vittime del terrorismo islamista proviene dal mondo musulmano, come si è visto anche in Mozambico nei giorni scorsi”.
Macron, inoltre, precisa che a suo parere non è in atto uno scontro di civiltà: “Non mi riconosco per nulla in questa lettura delle cose — continua il Presidente — perché non è un’Europa cristiana che si schiera contro il mondo musulmano, una fantasia verso cui alcuni vogliono trascinarci. È un’Europa che ha radici giudaico-cristiane, questo è un dato di fatto, ma che ha saputo costruire due cose: la coesistenza delle diverse religioni e la secolarizzazione della politica”.
Intervista a Macron: il Presidente francese guarda al prossimo futuro per l’Ue e cerca di ricucire con l’Islam dopo il recente attentato di Nizza
Dal rapporto con l’Islam a quello con Cina e Stati Uniti, dal multilateralismo alla visione unitaria di Europa: il Presidente francese Emmanuel Macron, all’indomani dell’esito elettorale negli Usa, traccia la strada per il suo Paese e per le relazioni internazionali, dando una visione eurocentrica per la lettura geopolitica globale. Le Grand Continent, rivista di Groupe d’études géopolitiques, pubblica una delle interviste più lunghe mai realizzate con il Capo dell’Eliseo, ricca di contenuti e spunti che i leader europei, i partner di Bruxelles e la diplomazia internazionale dovranno tener conto nel rapporto con Parigi.
Un’Europa geopolitica
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica