Teheran punta i missili. Le esercitazioni navali nello stretto di Hormuz, via strategica del petrolio
La Repubblica islamica dell’Iran ha avviato ieri delle esercitazioni navali nelle acque del Golfo Persico, dallo stretto di Hormuz fino all’Oceano Indiano. Dureranno tre giorni, durante i quali Teheran testerà dei nuovi sottomarini attrezzati per il lancio di missili da crociera.
La dimostrazione militare è l’ennesimo avvertimento lanciato dall’Iran agli Stati Uniti, dopo che lo scorso maggio l’amministrazione Trump ha deciso di ritirarsi dall’accordo sul nucleare e di reintrodurre delle sanzioni commerciali contro Teheran, che l’Unione Europea sta cercando però di aggirare almeno in parte.
Già nel giorno delle celebrazioni per il 40° anniversario della rivoluzione l’Iran aveva testato un missile balistico con una gittata di 1300 chilometri. L’esibizione della propria capacità missilistica serve a Teheran per fare pressione sugli Stati Uniti e sui loro alleati in Medio Oriente, primo tra tutti Israele. Gli Stati Uniti, da parte loro, portano avanti una strategia di isolamento dell’Iran: di recente il Vicepresidente Mike Pence ha premuto sull’Europa affinché si allinei a Washington ed esca dall’accordo sul nucleare.
L’esercitazione navale si svolge nel fondamentale stretto di Hormuz, per il quale passa gran parte del petrolio trasportato via mare. Quest’estate il Presidente Hassan Rouhani aveva minacciato di chiudere lo stretto come ritorsione alle sanzioni americane sull’export petrolifero iraniano. A dicembre gli Stati Uniti avevano risposto inviando la portaerei John C. Stennis nel Golfo Persico, dopo un lungo periodo di assenza da quelle acque.
@marcodellaguzzo
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