Ultime battute per raggiungere la storica intesa sul nucleare iraniano. Il 18 novembre riprenderanno a Vienna i negoziati finali, in vista della scadenza del 24 novembre, per raggiungere un accordo definitivo. Ma i rappresentati di Usa, Iran e Unione europea si incontreranno già il 9 e 10 novembre in Oman per un nuovo round di discussioni sul dossier nucleare.

Il segretario di Stato Usa John Kerry, il suo omologo iraniano Mohammad Javad Zarif e l’Alto rappresentante uscente della politica estera dell’Unione europea, Catherine Ashton tenteranno di «riavvicinare le proprie posizioni».
Obama pronto a superare il veto del Congresso
Secondo le ricostruzioni del New York Times, l’amministrazione Obama vorrebbe evitare che fosse il Congresso ad esprimersi sulla questione dell’accordo sul nucleare iraniano. Già la scorsa primavera, i Repubblicani, insieme al voto di alcuni esponenti democratici, avevano deciso di inasprire le sanzioni contro l’Iran nonostante le aperture a una maggiore trasparenza, messe in atto dalla Repubblica islamica. Secondo uno studio commissionato direttamente dal presidente Usa e riportato dal quotidiano statunitense, la sospensione della maggior parte delle sanzioni contro Teheran potrebbe essere decisa anche senza un voto parlamentare. Senatori repubblicani, tra cui John Cornyn del Texas, ma anche democratici, sono subito partiti all’attacco per evitare che questo avvenga. Secondo questa ricostruzione, gli Usa potrebbero concedere una graduale riduzione delle sanzioni permettendo a Teheran di continuare ad arricchire l’uranio al 5%, confermando il via libera al programma nucleare iraniano per scopi civili. Il presidente della Commissione Esteri del Senato Usa, Robert Menendez ha avvertito che solo l’annullamento di ogni progetto illecito in merito al nucleare potrebbe evitare nuove sanzioni contro l’Iran. «Il Congresso non permetterà al presidente di cancellare unilateralmente le sanzioni», ha aggiunto il senatore Mark Kirk. Un accordo duraturo con l’Iran è uno degli obiettivi principali della Casa bianca. «Questa è la migliore opportunità che abbiamo di risolvere la questiore nucleare per via diplomatica, sin dall’inizio della presidenza Obama».
Una delle questioni irrisolte riguarda le riserve di uranio arricchito in Iran. Secondo il New York Times, le autorità iraniane avrebbero dato il via libera al trasferimento di ingenti riserve di uranio in Russia. In base all’accordo, i russi avrebbero convertito l’uranio in barre di combustibile nucleare per alimentare la centrale nucleare di Bushehr. Una volta che l’uranio viene convertito in barre di combustibile è estremamente difficile riutilizzarlo per produrre armi atomiche. Tuttavia, le autorità iraniane hanno immediatamente smentito le rivelazioni di stampa.
Ghavami condannata a un anno di prigione
Lo scontro tra moderati e radicali si sta giocando anche sulla nomina del nuovo ministro della Ricerca scientifica (direttamente responsabile degli atenei), dopo la sfiducia a Reza Faraji-Dana che aveva permesso il ritorno nelle università di studenti e dirigenti in precedenza espulsi per i loro legami con il movimento verde. Ma continuano le violazioni dei diritti umani, dopo l’esecuzione della condanna a morte di Reyahneh Jabbari. La giovane di origini inglesi Ghonceh Ghavami, colpevole di aver preso parte ad una partita di pallavolo maschile, è stata condannata a un anno di reclusione. Amnesty International ha chiesto il suo rilascio immediato, oltre 700 mila persone hanno firmato una petizione per chiedere il suo rilascio. Ghonceh ha iniziato lo sciopero della fame.
E così, anche la strategia dei moderati di puntare tutto sull’accordo nucleare con il mondo per conquistare maggiore credibilità in politica interna si sta rivelando inefficace. La vera questione è trovare un equilibrio tra richieste per l’ammissibilità di un programma nucleare a scopo civile e passi avanti nel rispetto dei diritti fondamentali. Uno stralcio del secondo tema nei colloqui in corso potrebbe rivelarsi controproducente, confermare un via libera dei radicali per concessione in politica estera e rafforzare i limiti alle libertà fondamentali in politica interna.
Ultime battute per raggiungere la storica intesa sul nucleare iraniano. Il 18 novembre riprenderanno a Vienna i negoziati finali, in vista della scadenza del 24 novembre, per raggiungere un accordo definitivo. Ma i rappresentati di Usa, Iran e Unione europea si incontreranno già il 9 e 10 novembre in Oman per un nuovo round di discussioni sul dossier nucleare.