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Teheran, c’è lo zampino dei Pasdaran nella rivolta del bazar?


La protesta dei commercianti, che lunedì hanno marciato verso il Parlamento, è un fatto raro in Iran. Pesa il crollo del rial, infragilito dalle sanzioni in arrivo. E spaventa il riformismo di Rouhani. Ma c’è chi vede l’ombra dei Pasdaran, pronti a una svolta epocale per non perdere il potere

Una donna iraniana passa davanti a un negozio di abbigliamento in un bazar a nord di Teheran il. REUTERS / Raheb Homavandi / TIMA

La protesta dei commercianti, che lunedì hanno marciato verso il Parlamento, è un fatto raro in Iran. Pesa il crollo del rial, infragilito dalle sanzioni in arrivo. E spaventa il riformismo di Rouhani. Ma c’è chi vede l’ombra dei Pasdaran, pronti a una svolta epocale per non perdere il potere

Lunedì 25 giugno sarà ricordato come il giorno di una delle rare proteste che hanno avuto come teatro il bazar di Teheran: una protesta che ha coinvolto non disoccupati, lavoratori non pagati da mesi o risparmiatori mandati sul lastrico da finanziarie fallite – come accaduto nelle diffuse manifestazioni di fine dicembre e in altri episodi minori da allora – ma i commercianti. Quegli stessi che, ormai quasi quarant’anni fa, furono tra gli attori principali del processo che condusse alla rivoluzione contro lo scià e alla nascita della Rivoluzione islamica.

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