spot_img

La caduta di Kirkuk, cuore economico di un Kurdistan che non c’è più


L’esercito di Baghdad sostenuto da miliziani sciiti riconquista la città e i suoi immensi campi di petrolio, finiti nell’orbita curda dopo la liberazione dall’Isis. I peshmerga si ritirano anche da Sinjar, strappata ai jihadisti nel 2015. E il sogno dell’indipendenza vacilla

Fiamme nei campi petroliferi nell'area di Dibis alla periferia di Kirkuk, in Iraq il 17 ottobre 2017. REUTERS / Alaa Al-Marjani

L’esercito di Baghdad sostenuto da miliziani sciiti riconquista la città e i suoi immensi campi di petrolio, finiti nell’orbita curda dopo la liberazione dall’Isis. I peshmerga si ritirano anche da Sinjar, strappata ai jihadisti nel 2015. E il sogno dell’indipendenza vacilla

Kirkuk è scomparsa dalle mappe di un Kurdistan immaginario, come il sole della bandiera che non sventola più sulla città. L’hanno riconquistata, senza difficoltà, l’esercito iracheno insieme alla milizia sciita al-Shaab. Un’operazione chirurgica messa in atto da Baghdad per punire il governo curdo, colpevole di essersi spinto oltre la linea rossa dell’autonomia. L’Iraq è – e resterà – un Paese unico, indivisibile, pensano gli iracheni.

Questo contenuto è riservato agli abbonati

Abbonati per un anno a tutti i contenuti del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €35

Abbonati per un anno alla versione digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €15

ARTICOLI CORRELATI

rivista di geopolitica, geopolitica e notizie dal mondo