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La solitudine dei curdi d’Iraq avvicina gli odiati cugini siriani


Dopo il referendum per l’indipendenza, il Kurdistan iracheno subisce l’accerchiamento dei potenti vicini. Dalla Siria arriva però il sostegno dei curdi, pronti a schierare le milizie dell’Ypg per difendere i cugini. E a usare il precedente di Erbil per strappare l’autonomia ad Assad.

Un combattente curdo dell'YPG cammina con le sue armi ad Hasaka in Siria. REUTERS/Rodi Said

Dopo il referendum per l’indipendenza, il Kurdistan iracheno subisce l’accerchiamento dei potenti vicini. Dalla Siria arriva però il sostegno dei curdi, pronti a schierare le milizie dell’Ypg per difendere i cugini. E a usare il precedente di Erbil per strappare l’autonomia ad Assad.

“Bye bye Iraq” scandivano i manifestanti a sostegno del referendum indetto dal presidente Masoud Barzani lo scorso 25 settembre. Una data che i curdi iracheni non dimenticheranno facilmente, non tanto perché sono stati chiamati a decidere per la prima volta del loro futuro, ma per la paura di aver gettato al vento un’opportunità bramata al momento sbagliato. “Se costruisci uno stato al cui interno i principi democratici sono facilmente minacciati, finisci col dare vita ad una dittatura” scriveva la poetessa Choman Hardi su Middle East Eye all’indomani della votazione. “Le nostre lotte potrebbero essere solo all’inizio”. E tutto sembra darle ragione.

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