Una protesta contro il piano del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu di annettere parti della Cisgiordania occupata da Israele, a Tel Aviv, Israele, 6 giugno 2020 REUTERS/Amir Cohen
Israele, Cisgiordania: la Corte Suprema boccia la legge del 2017 che legalizzava le occupazioni sui territori privati della Palestina
Una protesta contro il piano del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu di annettere parti della Cisgiordania occupata da Israele, a Tel Aviv, Israele, 6 giugno 2020 REUTERS/Amir Cohen
Duro colpo alla linea inflessibile di Benjamin Netanyahu sulla gestione dei coloni in terre palestinesi. La Corte Suprema ha dichiarato incostituzionale la “Legge per la Regolarizzazione degli insediamenti in Giudea e Samaria” approvata nel febbraio 2017 perché “non rispetta gli standard della Costituzione israeliana”. Secondo la Presidente della Corte, Esther Hayut, “la legge viola i diritti di proprietà e di eguaglianza dei palestinesi, mentre privilegia gli interessi dei coloni israeliani sui residenti palestinesi”.
Nella sentenza, l’organo costituzionale scrive che la norma “cerca di legalizzare retroattivamente atti illegali perpetrati da una specifica popolazione in quell’area, danneggiando allo stesso tempo i diritti di un’altra”, in questo modo “creando discriminazione tra i residenti israeliani e palestinesi”. L’occupazione è avvenuta, continua la decisione della Corte Suprema, “con l’assistenza e il supporto delle istituzioni statali e altre autorità”. La votazione dei giudici è passata con 8 voti favorevoli e 1 contrario.
Con la decisione, lo Stato d’Israele va incontro a una nuova, ennesima crisi politica e istituzionale che vede contrapposti gli organi legislativo, esecutivo e giudiziario. Il clima è di massima tensione, causato dalle critiche internazionali sulla proposta annessione di ampie parti della West Bank nella giurisdizione israeliana, dalla crisi Covid-19 che ha accelerato la formazione del Governo di coalizione tra Likud e Kahol Lavan e dalla spaccatura tra i due partiti proprio sulla sentenza della Corte Suprema.
L’Unione europea è fermamente contraria all’ipotesi di annessione: all’indomani della formazione del Governo, l’Alto Rappresentante Josep Borrellha affermato che la Commissione ha appreso “con forte preoccupazione la proposta avanzata dal Primo Ministro”. L’Ue ha così avvertito Israele di non assumere “decisioni unilaterali, contrarie al diritto internazionale”. Nella giornata di ieri il Ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha incontrato a Gerusalemme la sua controparte israeliana Gabi Ashkenazi, ribadendo sia la posizione europea che quella di Berlino: l’unica soluzione è quella dove due Stati possano convivere uno accanto all’altro pacificamente.
Sulla sentenza della Corte, il Ministro della Salute Yuli Edelstein si è espresso duramente, dichiarando che i giudici “hanno autonomamente assunto contemporaneamente i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario: questo deve finire”. Di tutt’altro avviso Benny Gantz, Ministro della Difesa che nel 2021 sostituirà Netanyahu nel ruolo di Primo Ministro secondo gli accordi del Governo di coalizione: per lui, la decisione era attesa perché “la legge evidenziava già gravi carenze nel momento dell’approvazione e non si sarebbe mai dovuta votare. Per il bene dell’unità del Paese, bisogna rispettare lo stato di diritto”.
Israele, Cisgiordania: la Corte Suprema boccia la legge del 2017 che legalizzava le occupazioni sui territori privati della Palestina
Una protesta contro il piano del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu di annettere parti della Cisgiordania occupata da Israele, a Tel Aviv, Israele, 6 giugno 2020 REUTERS/Amir Cohen
Duro colpo alla linea inflessibile di Benjamin Netanyahu sulla gestione dei coloni in terre palestinesi. La Corte Suprema ha dichiarato incostituzionale la “Legge per la Regolarizzazione degli insediamenti in Giudea e Samaria” approvata nel febbraio 2017 perché “non rispetta gli standard della Costituzione israeliana”. Secondo la Presidente della Corte, Esther Hayut, “la legge viola i diritti di proprietà e di eguaglianza dei palestinesi, mentre privilegia gli interessi dei coloni israeliani sui residenti palestinesi”.
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