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Israele: il nuovo attacco a Gaza e le difficoltà interne alla coalizione di governo


Netanyahu lancia l’operazione militare “Scudo e Freccia” contro la striscia di Gaza e fa “pace” con l’alleato di governo Ben Gvir, che aveva boicottato il Parlamento per protesta alla “risposta debole” ai lanci di razzi da Gaza per la morte di Khader Adnan

All’alba di martedì 9 maggio, Israele ha intrapreso l’operazione militare “Scudo e Freccia” verso la striscia di Gaza. Obiettivo dei raid dell’esercito della stella di Davide, postazioni della Jihad Islamica Palestinese e del suo braccio armato le Brigate al Quds. A differenza di quanto successo in passato, stavolta Israele ha sferrato un poderoso attacco, fatto di oltre 133 obiettivi colpiti, 4 leader del movimento uccisi e altre 20 vittime (tra le quali diversi feriti, 5 donne e 5 bambini), non immediatamente dopo uno simile da Gaza. Anzi, a quello aveva già risposto. E la tempistica, unita a difficoltà interne, fa pensare a più di un analista che la risposta israeliana sia più per sistemare questioni interne che esterne.

Andiamo con ordine. Lo scorso 2 maggio, muore in un carcere israeliano, Khader Adnan, considerato uno dei leader della Jihad Islamica Palestinese. La morte di Adnan, dopo 86 giorni di sciopero della fame, ha provocato la ferma reazione sia in Cisgiordania sia dei gruppi terroristici di Gaza, in testa la Jihad Islamica Palestinese che, in una nota, ha avvertito Israele che il paese “pagherà il prezzo di questo crimine”.

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