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Le armi informatiche delle procure – L’inchiesta [Parte 1]


Ci sarebbero diversi modi per velocizzare i tempi della giustizia, spiega il procuratore Giovanni Russo, n. 2 di Antiterrorismo e Antimafia. Ad esempio, potenziare le indagini per ridurne i tempi

La Corte costituzionale tedesca. REUTERS/Kai Pfaffenbach
La Corte costituzionale tedesca. REUTERS/Kai Pfaffenbach

Ci sarebbero diversi modi per velocizzare i tempi della giustizia, spiega il procuratore Giovanni Russo, n. 2 di Antiterrorismo e Antimafia. Ad esempio, potenziare le indagini per ridurne i tempi

Per capire a quale livello di potenza riescono ad arrivare le mafie, Giovanni Russo, procuratore aggiunto della Direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo, uno dei massimi esperti al mondo di tecnologie digitali preposte al contrasto del cyber-crimine e della nuova dimensione della criminalità organizzata transnazionale, cita alcuni fatti recenti che si sono verificati nei vicoli e nel centro di Napoli. “In questa città e nel circondario ci sono delle scorribande di criminali a bordo di motociclette che piombano il giorno o la sera in mezzo al traffico e cominciano a sparare con armi automatiche in aria, seminando il panico. Poi, man mano che la gente si abbassa o si butta a terra abbassano il tiro fino a far stendere a terra completamente i malcapitati. Questo divertimento crudele serve a rappresentare anche plasticamente il predominio dei clan sugli abitanti dei quartieri, la loro volontà di sottomissione alla legge del crimine”. Ma prima di parlare di come vanno contrastati oggi i clan parliamo della riforma della giustizia, tema che sta a cuore a questo magistrato di prima linea.

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