Il Governo italiano punzecchia l’Europa
E se il resto d'Europa rompesse con l'Italia?

E se il resto d’Europa rompesse con l’Italia?
Sostituire con un seggio dell’Unione Europea il seggio permanente della Francia al Consiglio di sicurezza Onu? Quella del premier Giuseppe Conte fatta a Davos, più che una proposta, sembra una minaccia. Parigi è una delle potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale, sulle cui macerie sono nati la nuova Europa e il nuovo ordine mondiale. Chissà come avrebbe risposto De Gaulle di fronte alla proposta di umiliare uno Stato che ha la bomba atomica e ha diritto di veto insieme a Usa, Gran Bretagna, Cina e Russia. Ma forse quella di Conte, che ad ogni occasione invoca “un’Europa del popolo” era solo una provocazione. L’ennesima, visto che da uno dei due pilastri del Governo, quello dei Cinque Stelle, continuano a partire strali all’indirizzo di Macron e del suo Paese. Alessandro Di Battista, uno dei colonnelli di Beppe Grillo, ha accusato la Parigi di colonialismo in Africa, mentre il vicepremier Luigi Di Maio ha addirittura espresso simpatie per i gilet gialli. Ma l’Italia non riserva punzecchiature solo ai cugini d’Oltralpe. Alla Merkel, che minaccia di ritirare le navi tedesche dalla missione di salvataggio nel Mediterraneo Sophia, il Ministro leghista dell’Interno Salvini risponde che non è un problema.
In realtà l’Italia, terzo Paese fondatore dell’Unione, sembra volersi incuneare nell’asse di ferro Francia-Germania, sempre più forte e solido, un asse che mira a creare un’Europa a due velocità, con il nostro Paese sospinto nel secondo anello. L’Italia sovranista di Conte, Salvini e Di Maio non vuole più essere la sola terra d’approdo dei migranti. Ma la politica dei porti chiusi e delle punzecchiature non sembra finora vincente. Germania, Francia e il resto d’Europa finora non hanno arretrato di un centimetro, anzi. Il pericolo è che chiudano anche i porti (franchi) del dialogo.
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