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Italian Innovations Days: a Singapore l’Italia tenta il pivot to Asia


Nel 2007, alla vigilia della crisi, la quota di mercato dell'export italiano era del 3,6 per cento. Adesso è del 2,9 per cento. Le principali destinazione dei nostri prodotti sono ancora quelle tradizionali: Germania, Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna. L'Asia è piuttosto indietro e la Cina è solo al nono posto. Eppure il combinato disposto di tendenze protezionistiche in Occidente, Brexit, presidenza Trump e crisi profonda della prospettiva europea impone una domanda: come uscire dall'impasse? Dove cercare nuovi e più promettenti mercati?

REUTERS/Edgar Su

Nel 2007, alla vigilia della crisi, la quota di mercato dell’export italiano era del 3,6 per cento. Adesso è del 2,9 per cento. Le principali destinazione dei nostri prodotti sono ancora quelle tradizionali: Germania, Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna. L’Asia è piuttosto indietro e la Cina è solo al nono posto. Eppure il combinato disposto di tendenze protezionistiche in Occidente, Brexit, presidenza Trump e crisi profonda della prospettiva europea impone una domanda: come uscire dall’impasse? Dove cercare nuovi e più promettenti mercati?

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