Quando si parla di Jan Fabre – artista belga classe 1958, residente ad Anversa – le definizioni possono spaziare nell’indicarlo come coreografo, regista teatrale, attore, scenografo e via dicendo.
Se però dovessimo scegliere un unico termine per descriverlo, il più adatto e quello in cui egli stesso si riconosce maggiormente sarebbe quello di performer. Il concetto di performer racchiude infatti la promessa di capacità che spaziano dall’uso pronto della parola ad una fisicità coraggiosa, tradendo l’impegno a ricercare continuamente un equilibrio nuovo tra tecnica ed istinto, tra posa e movimento propri della ricerca di Fabre.
D’altronde, pur avendo ricevuto un’educazione artistica molto classica, Fabre è stato incoraggiato fin da bambino ad osservare il mondo ed i suoi mutamenti. “Quando avevo dieci anni i miei genitori mi hanno portato allo zoo. Dovevo disegnare gli animali e il loro comportamento, per poi rapportarlo a quello degli uomini. Ancora prima di entrare all’Accademia, ho imparato dai miei genitori che guardare equivale a pensare, guardare equivale ad analizzare.” Quando entrò nelle aule dell’Accademia Reale di Anversa, per quattro anni s’impratichì sul disegno di nature morte e sui nudi, acuendo sempre più la sua capacità di soffermarsi sul dettaglio, osservando e dunque, contemporaneamente, assimilando nuove azioni e reazioni da fare proprie, da incamerare in un già ricco repertorio.
Oltre all’Accademia, fu un successivo studio sull’Étalage – ovvero l’arte del disporre gli oggetti nelle vetrine – ad arricchirlo ulteriormente, spingendolo ad impersonare egli stesso un manichino e facendosi spazio in bella mostra tra gli altri oggetti in esposizione, esibendosi in una prima vera performance. Il secondo passo in questa direzione fu la scoperta del corpo umano attraverso gli occhi e le pennellate dei grandi pittori classici, il terzo passo – quasi un balzo – fu la passione in parallelo per un’attrice ed una ballerina, che lo spinse ad immaginare spettacoli ed esibizioni su misura per loro, sul loro corpo in movimento. E così, l’amore per diverse discipline, unito dal fil rouge del corpo in movimento, ha dato vita e forma all’arte performativa di Fabre.
La scelta del MAC – Musée d’Art Contemporain di Lione – di ospitare una mostra dedicata al lavoro performativo di Fabre è stata accompagnata dalla stessa ricerca di un giusto equilibrio tra la produzione dell’artista e il percorso che ha portato alla conclusione di molti suoi lavori. Ecco perché l’esposizione è stata studiata in modo da richiamare alla mente l’idea di un laboratorio, un ambiente di lavoro che simula – amplificandolo – quello reale creato da Fabre, fatto di decine di cavalletti su cui sono poggiate spesse lastre di vetro, a loro volta punti di appoggio e contatto per oggetti di ogni genere: disegni, fotografie, attrezzi di vario tipo, manichini vestiti o mascherati, animali impagliati, oggetti di uso e consumo quotidiano. Alle pareti, le opere incorniciate mostrano una parte delle evoluzioni creative con cui Fabre ha dato un senso ai materiali con cui ha scelto di lavorare, mentre i monitor mostrano in un flusso continuo le attività performative al centro del lavoro degli ultimi decenni.
L’ultima performance è stata realizzata proprio in occasione dell’inaugurazione di questa mostra, ed ha visto Fabre cimentarsi nell’impresa dichiarata di non battere il record del mondo di chilometri di strada divorati in un’ora dal ciclista “cannibale” Eddy Merckx. Il primato di quasi 50 chilometri in un’ora, stabilito dal suo connazionale in Messico nel 1972 e battuto solo molti anni dopo, rimane un mito nella storia del ciclismo e Fabre, deciso a rimanere, come suggerisce il titolo stesso della performance, “un nano nel paese dei giganti”, ha pedalato per un’ora in giacca e cravatta, nelle tasche un rifornimento di bistecche scelte e mangiate in onore del “cannibale” Merckx, presente tra il pubblico a fare il tifo.
Jan Fabre. Stigmata, Actions & Performances 1976–2013
MAC – Musée d’Art Contemporain, Lione
30 ottobre 2016 – 15 gennaio 2017
http://www.mac-lyon.com/mac/sections/fr/en_cours/jan_fabre_-_stigmata/