Da anni i dem hanno perso contatto con la cerchia fuori dai centri urbani. Il voto per Trump nel 2016 e 2020 ha certificato la presa dei repubblicani sui piccoli centri e il mondo degli Stati Uniti profondi. Ma la campagna di Harris è intenzionata a scalfire quel predominio.
Nei giorni scorsi è spuntato un documento di due pagine, visto in anteprima da Politico, che affronta il tema dell’America rurale mettendo in evidenza sia i rischi di una nuova presidenza Trump sia le promesse che i dem possono portare avanti. Le politiche di Trump, recita il dossier, “lasceranno indietro l’America rurale”. Tra le righe si racconta come coinvolgere e organizzare gli elettori e i volontari sul campo in vista del rush finale della campagna elettorale. Il nuovo documento arriva in seguito anche a un’altra cosa. A inizio settembre il comitato elettorale di Harris si è arricchito di un nuovo membro. È stato infatti ingaggiato Matt Hildreth, esponente di punta del gruppo di attivisti liberal Rural Organizing. Ufficialmente il ruolo di Hildreth sarà quello di rural engagement director e avrà il compito di portare la sua esperienza di mobilitazione a livello rurale. Hildreth non è però il solo ad avere esperienza nel settore. Il vice campo della campagna Harris, Quentin Fulks, nel 2022 ha dato una mano determinate per la vittoria del senatore democratico Raphael Warnock riducendo i margini contro il Gop nelle aree più periferiche della Georgia.
Perchè puntare all’America rurale
Ma se da anni i dem hanno “abbondato” quelle fette di Paese, perché tornare proprio ora? Semplicemente perché ogni elezione negli Stati in bilico si combatterà per una manciata di voti. Due o tre punti strappati dai dem in una contea “rossa”, cioè repubblicana, potrebbero voler dire vittoria in quello stato. L’obiettivo, quindi, non è di vincere quelle contee, ma di recuperare manciate di voti qua e là per cambiare le sorti di un’elezione complessiva; di convincere indecisi, scettici e persone di orientamento democratico a votare. Eloquenti in questo senso alcuni promemoria circolati all’interno del comitato elettorale: “La chiave per ridurre i margini nelle aree rurali è presentarci e competere ovunque, che è esattamente quello che stiamo facendo in tutto il Paese”. Secondo alcuni gruppi di attivisti locali il piano può funzionare e ha opportunità di successo in alcune comunità rurali come quelle in Georgia, Arizona e North Carolina grazie a una presenza di elettori giovani e di colore.
La strategia di Harris e Walz
Il piano passa per una serie di fattori. Il primo ha a che fare con la presenza sul territorio dei candidati. Da settimane Harris e il suo candidato vice Tim Walz battono palmo a palmo alcune regioni specifiche. Ad esempio prima del dibattito sono stati per un periodo nella Georgia rurale, ma soprattutto nelle contee occidentali della Pennsylvania, quelle che si estendono dalla città di Pittsburg fino alla cittadina di Erie affacciata sul lago Michigan, non a caso Harris ha preparato il dibattito contro Trump restando qualche giorno nell’ex capitale dell’acciaio.
Il secondo tassello è collegato alla stessa amministrazione Biden che nei tre anni e mezzo di lavoro ha riversato miliardi di investimenti federali in queste comunità, in particolare con il piano per le infrastrutture, l’Inflation Reduction Act e un nuovo pacchetto di valore di 7.3 miliardi di dollari per produrre energia green. Per oltre due anni la Casa Bianca ha provato a riconnettere l’America dimenticata col resto del Paese: ha portato l’accesso a internet, migliorato l’accesso alle strutture sanitarie e creato un programma che coordini la diffusione dei fondi direttamente alle comunità. Il piano ha avuto effetti diversi. Alcune comunità ne hanno beneficiato mentre altre per il momento hanno avuto effetti meno visibili.
Harris sta preparando proposte simili su questo fronte. Secondo il comitato, Harris vorrebbe ampliare i programmi per aiutare le comunità rurali ad accedere ai fondi federali, ma anche allargare i finanziamenti alle piccole e medie imprese. Lei e Walz, si legge ancora nel documento visto da Politico, puntano a presentarsi come alleati degli agricoltori, sottolineando che i loro stati di provenienza, California e Minnesota, sono Stati agricoli.
Terzo pilastro della strategia è il presidio del territorio. Una volta che i candidati sono stati in una città, il lavoro non si esaurisce. Un esempio di presidio arriva da quello che è successo in Wisconsin, uno degli swing state in cui Harris è messa meglio nei sondaggi. Fin dall’inizio dell’anno i democratici hanno investito milioni di dollari per aprire centri elettorali in dozzine di contee spase per tutto lo Stato. La campagna di Biden aveva infatti aperto 46 uffici in 42 contee, incluse le 23 che nel 2020 hanno scelto di votare per Trump, zone come Musk country, 14mila abitanti che tre anni fa ha votato in massa per il tycoon che lì si è imposto con un margine del 35%.
Il diverso peso di Harris e Walz
Il piano ha però delle criticità e la più grossa è proprio Kamala Harris. Il timore principale è che il profilo della vicepresidente non faccia presa in quella parte di America. L’ex senatrice, donna e afroamericana, piace molto nei centri urbani e negli stati profondamente blu, mentre avrebbe scarso appeal in zone meno scolarizzate, con una presenza di colletti blu. Non si tratta tanto di un travaso di voti verso Trump, quando del rischio di avere un’affluenza più bassa che favorisca l’ex presciente. Nel 2016 infatti, soprattutto nell’Upper MidWest, Trump superò Hillary Clinton perché una parte del mondo rurale e operaio scelse di non andare a votare. Quattro anni dopo, quel mondo ha preferito tornare a votare e scegliere uno dei suoi “figli”, Joe Biden, nato in Pennsylvania, che ha rappresentato per decenni l’uomo bianco del mondo operaio. Il timore è che con Harris si faccia un passo indietro.
Ed è qui che entra in gioco Tim Walz. Al di là di una complicità maggiore con Harris, il governatore del Minnesota è stato scelto perché viene ritenuto il profilo adatto a portare alle urne quel pezzo di Paese necessario per rosicchiare terreno a Trump. Lui stesso per ben 12 anni ha rappresentato come deputato un distretto rurale e conservatore del Minnesota. Molti strateghi locali dei dem ritengono il candidato vice capace di stimolare soprattutto le piccole e medie città, quelle che sono scivolate via dei dem negli ultimi anni. Non a caso una fetta di deputati candidati in distretti in bilico ha spinto segretamente perché venisse scelto lui nel ticket presidenziale. Walz è stato quindi spedito per giorni in Pennsylvania, gli hanno fatto visitare un’azienda agricola poco fuori Pittsburg e poi girare qua e là la contea di Erie, una di quelle che ha cambiato spesso colore: nel 2012 aveva votato Obama, poi nel 2016 per Trump e infine nel 2020 per Biden.
È probabile che nelle prossime settimane la strategia non cambierà. Walz è stato spedito anche in Wisconsin nella cittadina di Wausau, nel cuore dello stato, una zona di 40 mila persone che nel 2020 è andata a Trump con un margine di 18 punti. Una missione in un territorio ostile insomma, ma necessaria. Dan Kanninen, direttore della campagna Harris negli stati in bilico, è stato chiaro: “Perdere di 25 punti invece di 35 può essere vitale”. Ma cosa dicono i numeri?
Numeri a favore di Trump
L’America rurale resta un luogo ostile per i dem e i numeri sono impietosi. Secondo il Pew Research Center nel 2016 Trump ha superato Clinton nel voto reale con un 59% contro il 34%. Se si considerano solo i bianchi, la percentuale sale al 62%. Quattro anni dopo, nel 2020, è riuscito a fare meglio: il complessivo è salito al 65% contro il 34% di Biden, e tra i bianchi il margine è stato del 71% contro il 28%. A inizio settembre un sondaggio condotto sempre dal Pew Research Center ha mostrato che per il momento nulla si muove. Il repubblicano sarebbe avanti di 66 punti tra gli elettori rurali su Harris e 71 punti se si considerano solo i bianchi. La strada per Harris e Walz per conquistare centimetri preziosi è ancora lunga.
Nei giorni scorsi è spuntato un documento di due pagine, visto in anteprima da Politico, che affronta il tema dell’America rurale mettendo in evidenza sia i rischi di una nuova presidenza Trump sia le promesse che i dem possono portare avanti. Le politiche di Trump, recita il dossier, “lasceranno indietro l’America rurale”. Tra le righe si racconta come coinvolgere e organizzare gli elettori e i volontari sul campo in vista del rush finale della campagna elettorale. Il nuovo documento arriva in seguito anche a un’altra cosa. A inizio settembre il comitato elettorale di Harris si è arricchito di un nuovo membro. È stato infatti ingaggiato Matt Hildreth, esponente di punta del gruppo di attivisti liberal Rural Organizing. Ufficialmente il ruolo di Hildreth sarà quello di rural engagement director e avrà il compito di portare la sua esperienza di mobilitazione a livello rurale. Hildreth non è però il solo ad avere esperienza nel settore. Il vice campo della campagna Harris, Quentin Fulks, nel 2022 ha dato una mano determinate per la vittoria del senatore democratico Raphael Warnock riducendo i margini contro il Gop nelle aree più periferiche della Georgia.
Ma se da anni i dem hanno “abbondato” quelle fette di Paese, perché tornare proprio ora? Semplicemente perché ogni elezione negli Stati in bilico si combatterà per una manciata di voti. Due o tre punti strappati dai dem in una contea “rossa”, cioè repubblicana, potrebbero voler dire vittoria in quello stato. L’obiettivo, quindi, non è di vincere quelle contee, ma di recuperare manciate di voti qua e là per cambiare le sorti di un’elezione complessiva; di convincere indecisi, scettici e persone di orientamento democratico a votare. Eloquenti in questo senso alcuni promemoria circolati all’interno del comitato elettorale: “La chiave per ridurre i margini nelle aree rurali è presentarci e competere ovunque, che è esattamente quello che stiamo facendo in tutto il Paese”. Secondo alcuni gruppi di attivisti locali il piano può funzionare e ha opportunità di successo in alcune comunità rurali come quelle in Georgia, Arizona e North Carolina grazie a una presenza di elettori giovani e di colore.