Sono più di 550milioni gli africani senza accesso all’energia elettrica, dato che rende l’Africa il continente con il maggior numero di abitanti privi di elettricità. Un vero e proprio paradosso visto che molti Paesi africani esportano energia elettrica ma non hanno le infrastrutture per fornirla ai propri cittadini.

A maggior ragione se si pensa che il continente potrebbe essere un bacino quasi inesauribile di fonti rinnovabili: l’acqua di fiumi e laghi, il sole che non manca mai, il vento che soffia sulle coste.
Ma come spesso succede agli africani poco o nulla rimane delle loro risorse.
Basti pensare che due delle dighe più grandi presenti in Africa, la Inga 1 e la Inga 2, costruite sul fiume Congo e finanziate da investitori, per lo più non africani, per miliardi di dollari, producono energia che va a finire quasi esclusivamente (l’85% circa) alle grandi industrie (straniere o con partecipazioni straniere) della Repubblica Democratica del Congo e alla popolazione urbana. Una popolazione urbana che rappresenta una minima parte di quella africana, che vive per lo più in aree rurali dove meno del 10% della popolazione ha accesso all’energia elettricità.
I dati pubblicati da The World Bank devono farci riflettere.
Mancano infrastrutture certo, ma manca soprattutto l’interesse da parte dei governi, in primis, e delle industrie, di rendere l’elettricità un bene alla portata di tutti, e non un’ esclusiva delle classi urbane abbienti e delle aziende straniere.
Sono più di 550milioni gli africani senza accesso all’energia elettrica, dato che rende l’Africa il continente con il maggior numero di abitanti privi di elettricità. Un vero e proprio paradosso visto che molti Paesi africani esportano energia elettrica ma non hanno le infrastrutture per fornirla ai propri cittadini.