La Crimea è cosa fatta, e tutti già lo sanno. Lo sa bene la Russia, e lo sa bene pure Kiev. Anche l’Europa e gli Stati Uniti sono ben consapevoli che nulla può essere fatto per convincere Putin a fare un passo indietro.
Ma quello che nessuno sa ancora – e che spaventa tutti – è quando l’appetito di Putin per l’Ucraina sarà soddisfatto.
Le truppe russe hanno già preso il controllo dei principali porti, aeroporti, valichi di frontiera e basi militari ucraine in tutta la Crimea. Le ultime notizie dal porto di Kerch, dove la Crimea orientale incontra la Russia sullo stretto che chiude il mare d’Azov, riferiscono di sempre più truppe russe che invadono la penisola… ho detto truppe russe? Ecco, in realtà ho solo qualche indizio. Avrei dovuto dire che i testimoni raccontano di decine di camion militari carichi di soldati in uniformi senza mostrine che passano il confine dalla Russia all’Ucraina. Anche se senza targa (dopo che alcune immagini nei giorni scorsi hanno mostrato questi misteriosi uomini armati alla guida di veicoli blindati Lince made in Italy con targhe dell’esercito russo), i camion sono i tipici Kamaz-4310 in forza all’esercito russo, i soldati sono dotati di mitragliatrici pesanti NSV e granate RGD-5, e indossano uniformi dell’esercito russo ultimo modello. Vladimir Putin continua scandalosamente a chiamare questi soldati “esercito di autodifesa”, e la sua audacia è il primo indizio del fatto che tutti sanno e nessuno alzerà un dito. Quello che all’inizio era una furbata che ha consentito all’esercito russo di dispiegarsi in Crimea senza ufficialmente essere lì, è ora una spudorata menzogna difficile da mandar giù.
L’importanza dell’Ucraina
Molti si chiedono perché Putin si stia prendendo pezzi di Ucraina. Ecco alcuni motivi. Il primo e più evidente finora, è che lo fa perchè può. Ma questo non spiega tutto. Dovremmo ricordare il suo ambizioso progetto dell’Unione eurasiatica – la cui fase preliminare è l’Unione doganale che lega già Bielorussia e Kazakistan alla Russia. L’Unione eurasiatica – che è visto da alcuni osservatori come una riedizione deideologgizzata dell’URSS (di cui già copre i due terzi) – avrà il suo carattere pan-slavo e – appunto in assenza di una base ideologica – un’identità riconosciuta a livello internazionale solo con l’entrata dell’Ucraina. Solo questa condizione potrebbe porre le basi per un’unione politica, per non parlare dell’importanza di sottrarre l’Ucraina all’Unione Europea e alla Nato. In altre parole, Putin ha bisogno dell’Ucraina. Ed era già a un passo da averla nel momento stesso in cui l’ha persa, a causa della rivoluzione di Euromaidan. Ora si sta riprendendo quel che è suo.
Nemmeno un paese
“Devi capire, George, l’Ucraina non è nemmeno un paese”, si dice che il capo del Cremlino abbia detto una volta a George W. Bush. Putin e i russi hanno sempre considerato l’Ucraina cosa loro. In quella terra, chiamata “Piccola Russia” fino al XX secolo, affondano le radici della lingua, religione, cultura e tradizioni pan-russe. Il nome stesso “Russia” si proviene dalla Rus’ di Kiev, il regno dove tutto ha avuto il suo inizio nel IX secolo.
Ma potremmo trovare almeno un motivo in più. Dopo quasi 14 anni consecutivi al potere (contando i quattro anni del mandato di Medvedev, quando lui era primo ministro e vero capo del paese), il gradimento di Putin stava raggiungendo i minimi storici, anche se si trattava sempre di un tasso invidiabile per qualsiasi leader occidentale. L’economia russa sta drammaticamente rallentando, e il senso di fiducia della gente sempre più assottigliando. Dovremmo allora essere sorpresi di sapere che un sondaggio condotto da All-Russian Public Opinion Research Center (VTsIOM) ha detto che il gradimento di Putin è ormai al livello più alto negli ultimi due anni, ossia al 67,8 percento?
Data la situazione attuale, una guerra civile per la Crimea è ancora improbabile. I suoi abitanti sono chiamati a votare in un referendum per l’indipendenza o ricongiungimento con la Russia già domenica prossima (due settimane prima di quanto precedentemente previsto), e le truppe russe saranno lì per controllare. Stati Uniti, Nato, Onu e Ue possono fare molto poco per spingere Putin a tornare sui suoi passi e possono solo aspettare il momento in cui il suo appetito per l’Ucraina sarà soddisfatto.
La Crimea è cosa fatta, e tutti già lo sanno. Lo sa bene la Russia, e lo sa bene pure Kiev. Anche l’Europa e gli Stati Uniti sono ben consapevoli che nulla può essere fatto per convincere Putin a fare un passo indietro.