
Tra una manciata di giorni una delle installazioni più famose degli ultimi tempi compirà tre anni di fluttuazione dall’alto della piazza del K21 Ständehaus, dove l’artista ed architetto argentino Tomás Saraceno ha riversato un intreccio di cavi di acciaio e sfere in PVC, dalle quali ha preso vita la visionaria opera In orbit.
In realtà questo piccolo universo sospeso doveva scomparire con la fine dell’anno scorso, ma è difficile per i visitatori separarsi da uno spazio in cui è possibile provare l’ebrezza di camminare nel vuoto, di nuotare nel cielo.
Perché è proprio questa la sensazione che si prova grazie agli spazi della Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, che ha messo a disposizione di Saraceno una delle sue sedi espositive – più precisamente tutto il soffitto, sormontato da una meravigliosa cupola di vetro – affinchè l’artista avesse i 2.500 mq necessari a plasmare il suo paesaggio fantastico.
Dopo qualche anno della sua infanzia passato in Italia, Tomás ha fatto ritorno nella terra che lo vide nascere nel 1973, dove ha studiato arte ed architettura. Famoso per realizzare opere direttamente relazionate allo spazio, all’architettura e al paesaggio, quel che rende unici i suoi lavori, ciò che ha fatto di Saraceno un archistar acclamato e voluto alle Biennali di Venezia del 2001, 2003 e 2009 e alla Biennale di San Paolo del 2006, è la loro anima. Saraceno mette al centro dei suoi progetti l’interazione con il pubblico, interpreta desideri e sogni della collettività e offre un modo di sperimentare il superamento dei limiti dettati dal possibile, dalla geografia o dalla società.
Ma oltre al lato sognatore c’è di più. C’è la ricerca continua di modus operandi sostenibili per l’uomo e per il pianeta, una spinta a valutare soluzioni tecniche, visive e progettuali funzionali, che in questo caso sono state tradotte nella creazione di strutture sospese e fluttuanti, ovvero a basso impatto ambientale e ad alto potenziale di mobilità e interazione sociale.
Visivamente, questa installazione è una meraviglia. Immaginate di essere sospesi nel vuoto, sostenuti da una struttura quasi invisibile per gli occhi, protetti da una copertura altrettanto impalpabile. Sono tre i livelli di altezza a cui è possibile muoversi, fluttuando tra elementi in PVC trasparenti e riflettenti che, oltre a ricordare soffici nuvole, funzionano da distanziatori e da punti di riferimento nello spazio.
Chi osserva la scena dal piano terra avrà la sensazione di osservare un’immensa regnatela, che poi è stata l’origine di questo progetto, il più complesso mai realizzato da Saraceno. Infatti, l’artista ha studiato per tre anni le diverse tipologie di ragnatela, i punti forti e l’armonia strutturale, prima di estrapolare gli elementi utili per realizzare la sua personalissima tela, non solo fisica, ma anche psicologica. Perché, come dicono le curatrici Marion Ackermann e Susanne Meyer-Büser, “Quando più persone entrano simultaneamente in questa costruzione audace, la loro presenza si mette in moto, alterando la tensione dei fili di acciaio e gli intervalli tra i tre livelli i visitatori possono coordinare le loro attività all’interno dello spazio, e sono in grado, come dei ragni in una rete, di percepire lo spazio attraverso le vibrazioni, Saraceno stesso parla di una nuova forma ibrida di comunicazione “.
Tomás Saraceno. In orbit
22 giugno 2013 – giugno 2016
K21 Ständehause, Düsseldorf
http://www.kunstsammlung.de/
Tra una manciata di giorni una delle installazioni più famose degli ultimi tempi compirà tre anni di fluttuazione dall’alto della piazza del K21 Ständehaus, dove l’artista ed architetto argentino Tomás Saraceno ha riversato un intreccio di cavi di acciaio e sfere in PVC, dalle quali ha preso vita la visionaria opera In orbit.